martedì 1 marzo 2011

CORSI E RICORSI STORICI: IL RAPPEL A L'ORDRE DI ALAIN DUCASSE


"Il faut revenir à l’essentiel. Repartir du tout début, là où sont les goûts vrais, les parfums originels. Redonner à la technique son véritable et unique rôle : révéler la saveur de la nature. Firmato: Alain Ducasse, il Proust della cucina moderna."

Inizia così, con la citazione del pensiero ducassian-proustiano,  l'ultimo bellissimo post di un giornalista enogastronomo che ammiro molto e che seguo costantemente: Aldo Fiordelli, Consumazione obbligatoria ,relativo alla cena-degustazione al Plaza Athenée di Parigi, tempio della cucina di Sua Maestà Alain Ducasse.
Il gruppo alla "Amici miei" come definito dallo stesso Fiordelli è stato invidiato da non so quanti lettori, ha strappato battute, commenti a cui mi sono allegramente associata ma mi fa anche riflettere su alcuni punti.

Il primo, apparentemente banale, riguarda l'aspetto economico. Come ho già commentato sul post: "per fare il gourmet ghe voer i dané", in milanese viene bene la rima, non penso che ci sia bisogno di traduzione.
Il menu degustazione descritto è costato € 350 a cranio, vini compresi, vorrei vedere..... e che vini!! Un affare considerato che in carta i piatti costano anche € 90. Noblesse oblige!
Non voglio cadere nelle solite considerazioni moraliste, gli scrupoli moralisti sono la mera consolazione di chi non può.  I prezzi li fa il mercato, è una legge economica. Stop. Fa una certa sensazione, sono tanti soldi è vero ma sinceramente li spenderei anch'io  per una cena da Ducasse, li spenderei eccome, dev'essere un'esperienza unica, indimenticabile!
Paragono la Cucina all'Arte, è come spendere una cifra da capogiro per una prima alla Scala, così come per acquistare un quadro. Si paga l'eccellenza! Il quadro è materiale, tutto il resto svanisce in poche ore, è vero ma il ricordo è indelebile e l'esperienza ben tangibile anche se fugace. Da quando mi è entrato il tarlo della Cucina con la C maiuscola, leggo, mi documento, studio, mi piacerebbe capire cosa fa la differenza, dove sta il genio. Le mie frequentazioni sono più modeste, anche di ottimo livello, non mi lamento  ma prima o poi mi devo fare un bel regalo, devo incominciare a risparmiare su qualche spesa superflua tipo le inutili sedute dall'estetista per rimediare ai danni del tempo sul mio volto, si sa dopo gli 'anta le spese di manutenzione aumentano. Ma vuoi  mettere una seduta dall'estetista con una seduta da Ducasse? Godere a tavola come non hai mai goduto in vita tua come ti fa uscire con un viso radioso, le rughe spianate e un aspetto smagliante al costo praticamente di un paio di filler?!

Il secondo punto riguarda il "rappel à l'ordre", non è una novità. La cucina come altre arti è frutto del momento storico, segue le mode, è un susseguirsi, un'evoluzione di modi e di pensieri. Quante volte nel corso della storia abbiamo assistito a questi "rappel à l'ordre" in arte e in architettura soprattutto, già nel Rinascimento si guardava al Mondo Classico Ellenico, l'Ellenismo ha dominato la cultura europea e non solo, per secoli. Avanti con uno sguardo all'indietro, sempre. 
Ai tempi della rivoluzione culinaria spagnola di Adrià qualcuno sosteneva che non sarebbe durata, che era necessario un rappel à l'ordre. Sono passati diversi anni ormai, la rivoluzione è durata, è servita, è stata un'evoluzione, un  crescendo e ora si assesta attraverso un minimalismo cosciente, meditato, razionale che guarda alle origini. Ai posteri la sentenza di chi rimarrà nella Storia, perchè la Storia insegna che il tempo soltanto decreta ciò che rimane. Però intanto godiamoci il contemporaneo!!

.....chi vuol esser lieto sia....del diman non v'è certezza......


5 commenti:

  1. cara cristina, grazie per i complimenti, ma timeo danao ac dona ferentes! scherzo ;)

    ti segnalo però una cosa che ho solo accennato. da ducasse ho visto stappare buoni vini ma non i francesi famosi. come se, quella seduta ai tavoli, fosse una imprenditoria borghese, parsimoniosa a suo modo, consapevole dell'eccellenza e non lì per ostentare. niente nuovi ricchi insomma... io stesso, permettimi, sono andato da ducasse prendendo un trenino firenze-pisa, un aereo low cost e il bus da Beauvais a Parigi. mezza giornata di viaggio pur di risparmiare. ma certe cene ti lasciano un ricordo che dura una vita. ciao af

    RispondiElimina
  2. confesso che ho dovuto cercare la traduzione della citazione in latino ma non la capisco lo stesso, chi è il nemico che porta doni?
    grande onore e merito a Ducasse che non abbia clienti arricchiti ma consapevoli!
    ci sto facendo un pensierino, risparmiando qua e là salta fuori la cena :-)
    Ciao
    Cristina

    RispondiElimina
  3. Ammetto che una cena da Ducasse piacerebbe anche a me. Purtroppo ho sperimentato sulla mia pelle che a volte gli chef diventano famosi per una "moda" se così si può dire e sono in grado di propinarti qualcosa di veramente orrido dicendo che è voluto, leggasi pasta totalmente cruda e la giustificazione è stata che serviva per gustare di più il condimento...ma io non ricordo per nulla come fosse, mi è rimasto solo il ricordo della pasta cruda...e del conto...:-(
    Baci
    Anna Luisa

    RispondiElimina
  4. Interessante il tuo post, l'ho letto proprio volentieri e si, hai ragione una cena da Ducasse praticamente farebbe miglior effetto di un paio di filler qua e la! Un bacione
    Dani

    RispondiElimina
  5. @Anna Luisa: mi fa molto piacere avere uno scambio con te in merito. Sì, spesso certi chef guru, soprattutto giovani, che arrivano al successo troppo presto e cavalcano l'onda delle mode e come tali durano poco se non provano nel tempo il loro valore risultano deludenti. Nel caso di Ducasse penso che il suo valore sia indiscutibile e ti garantisco che la fonte a cui ho attinto è validissima, vai a leggere infatti come demoliscono Inaki Aizpitarte!! http://consumazioneobbligatoria.blogspot.com/2011/03/amici-miei-parigi-3-delusione-inaki.html

    @Dani: sono onorata dal tuo passaggio e dal tuo commento, dopo aver letto il tuo pezzo di bravura su Rossini, le mie riflessioni su Ducasse sembrano i pensierini della 5a elementare :-)

    Grazie ad entrambe
    Cristina

    RispondiElimina