domenica 23 giugno 2013

TENUTA POGGIO ROSSO - POPULONIA (Li)


Guardando questa foto non ci si stupisce perché la tenuta si chiami POGGIO ROSSO!!
Il rosso è protagonista nei colori dei variegati terreni di questa splendida tenuta in terra etrusca. Più chiari nelle aree di origine alluvionale con presenza di ciotoli e galestro, non mancano zone argillose e sabbiose nei toni dei gialli o grigi  più tenui  fino ad arrivare al culmine dei rossi più accesi laddove c'è ricchezza di  ossido di ferro e minerali.
 

Il "Poggio" è una lieve altura situata nella parte più occidentale della Val di Cornia nel territorio di Populonia (Li),  l'etrusca Fufluna, importante centro siderurgico dell'antichità e unica città etrusca fondata sul mare. E'  esposto ai quattro venti, gode quindi di un clima asciutto tutto l'anno, termo-regolato anche dalla vicinanza del mare e sostenuto da  un'ottima insolazione.
E' qui che la famiglia Monelli, mezza emiliana e mezza toscana,  nel 2002, ha recuperato una storica azienda, in totale stato d'abbandono, impiantando vigneti e oliveti e arricchendo la vegetazione spontanea con nuovi arbusti e piante tipicamente mediterranee quali  mirto, lentisco, ligustro, erica mediterranea, olivastro, rosmarino, sugherello, biancospino, corbezzolo, agrifoglio e varie specie ornamentali da siepe e da fiore.
 
La tenuta copre una superficie di 20 ettari, di cui 6 impiantati a vigneto  con varietà quali vermentino, viognier, sauvignon blanc, sangiovese, merlot, cabernet sauvignon e franc, petit verdot e syrah. Altri 2 ha sono stati destinati all'oliveta con impianti delle classiche varietà toscane: frantoio, leccino e moraiolo, il resto è coperto da pineta, bosco e macchia mediterranea.


La conduzione dell'intera tenuta è orientata all'eco-sostenibilità e alle coltivazioni vengono applicati i principi della lotta integrata, con eco-trap per le piante di olivo e trattamenti per il vigneto il più possibile naturali e ridotti all'essenziale. Pannelli solari catturano la preziosa e abbondante energia solare. Non manca un laghetto artificiale di raccolta delle acque piovane che provvede al fabbisogno idrico dei terreni in caso di necessità.

Uno scenografico viale fiancheggiato da cipressi porta alla Tenuta Poggio Rosso

 
 
La bella villa padronale di origini ottocentesche, riportata all'antico  splendore  dalla famiglia Monelli nel 2002. La Villa apparteneva ai conti Desideri, facoltosi proprietari terrieri locali, il cui patrimonio si è poi disgregato negli anni. Nei  12 anni di abbandono  precedenti all'ultimo passaggio di proprietà, la villa è stata preda di saccheggi e molti oggetti, veri cimeli di famiglia, di grande valore storico e culturale non sono mai stati ritrovati come dei fucili appartenuti a Garibaldi e a D'Annunzio, documentati da vecchie foto!

 
La splendida quercia piantata dai precedenti proprietari nel 1921 in onore del primo figlio maschio


L'affascinante  "limonaia" adibita a sala degustazione



La cantina è ospitata dalla vecchia carraia della villa, le attrezzature appartengono alla più recente tecnologia con tini tronco-conici di formato speciale adatto alle altezze della tinaia

 
Follatore meccanico a pistone 

 

La barricaia con barriques di rovere francese provenienti sia da tonnelleries bordolesi che borgognotte, utilizzate anche  per le fermentazioni a botte aperta di alcuni vini
 
Un'azienda giovane e dinamica ma con grande stoffa e carattere. Ho avuto il piacere di conoscere ed apprezzare i loro vini sin dall' esordio,  ricordo infatti una cena degustazione dagli amici Ivano e Daniela nel loro locale Al Baccanale di Piombino nel luglio 2010, con i primi 3 vini di Poggio Rosso, in cui conobbi anche Diego Monelli e tutta la famiglia. 
Li ho visti crescere fino ad arrivare ad una considerevole gamma di prodotti, ben 7 vini: 3 bianchi, 3 rossi e un bianco passito
 
 
gran parte dei quali, assaggiati ed immortalati ad aprile, nella splendida serata ANTEPRIMA FIORENTINA DELLA FESTA DELLA PALAMITA all'Ora d'Aria a Firenze , proposti in adeguato abbinamento agli straordinari piatti a base di palamita elaborati  dal patron e chef dello stellato fiorentino Marco Stabile e dalla chef sanvincenzina Deborah Corsi de La Perla del Mare.
 
I nomi dei vini: PHILIKA, VEIVE, TAGES, VELTHUNE, FUFLUNA, LOSNA, riproducono nomi di  divinità e personalità leggendarie dell'era etrusca a conferma del forte legame dell'azienda e dei suoi prodotti con un territorio unico, dove riecheggiano ovunque le storie e i miti dei nostri progenitori etruschi che proprio a Populonia svilupparono una civiltà raffinata e fiorente. I vini hanno come comun denominatore una gradevole sapidità e mineralità che bilanciano corpo e alcool, spesso importanti, facilitandone la beva.
 
Oltre ai vini già elencati nel suddetto evento fiorentino, quando ho visitato Poggio Rosso qualche settimana fa, ho avuto il piacere di scoprire  nuovi prodotti, usciti proprio quest'anno, un SENZA NOME, ahimè già esaurito (mi prenoto per la prossima vendemmia perché mi interessano molto questi vini particolari), prodotto secondo metodi antichi: uve vermentino  macerate sulle bucce, torchiate a mano, vinificazione in acciaio e affinamento in barriques.
 
Solo il logo POGGIO ROSSO per il macerato SENZA NOME
 
 
La seconda novità 2013 è rappresentata da FUFLUNA, rosso a base di merlot e cabernet, vinificato e affinato in acciaio, un rosso di pronta  beva, pieno e succoso, con  buona vena acida e dalla gradazione contenuta che lo rende  adatto ad ogni occasione. Il nome è evocativo e assoluto, da Fufluns, il Bacco etrusco, che diede il nome alla stessa Populonia, Fufluna, in lingua etrusca, vera culla dell'enologia italica. Mito e storia del vino!
 
 
Etichetta pulita, ben riconoscibile, che si distingue dal resto della gamma per l'immediatezza, a conferma della scelta commerciale e degli obbiettivi che si propone la direttrice commerciale Francesca Luzzi, giovane donna energica e determinata,  che ha voluto  questo vino  facile ma non banale, rappresentativo dell'azienda,  nella sua versatilità e competitività sul mercato e che sicuramente farà centro!
 
Non posso che complimentarmi con la famiglia Monelli e augurare loro uno splendido futuro e ringraziare Francesca per l'accoglienza e per avermi omaggiato, oltre al Fufluna, anche una bottiglia di Losna, la terza novità 2013, che avevo già avuto il piacere di assaggiare in anteprima assoluta a conclusione della bella serata fiorentina di cui sopra. Un vino "da meditazione", prodotto con uve vermentino  per metà vendemmiate tardivamente e  per metà appassite sui graticci, vinificazione in acciaio e maturazione in barriques di secondo passaggio per 15 mesi per un risultato gustativo di grande eleganza con note di frutta secca ma anche di agrumi canditi e sentori di macchia mediterranea ma soprattutto con quella sapidità e mineralità di fondo a cui accennavo prima che ancora conferma come questi vini siano inequivocabili figli  di un terroir dove la terra si fonde col mare in un abbraccio unico e indissolubile.
 
 
Losna, divinità etrusca della luna e delle maree, dà il nome a questo vino presentato con un packaging elegante e snello e con un' originale etichetta in terracotta
 
 
 
 
 





giovedì 20 giugno 2013

CAESAR SALAD IN AGRODOLCE CON STRACCETTI DI TACCHINO AL SESAMO E SALSA CREN


E come tradizione vuole, non c'è il 2 senza il 3!! Chissà che la terza  non mi porti fortuna come per l'MTC di ottobre 2011, ovvero  i profiteroles di Stefania, che vinsi proprio con la mia terza proposta, esattamente come in questo caso, 1 per Poverimabelliebuoni e 2 per Insalata Mista. Hai visto mai che eguaglio il record della mitica Mapi? non nel numero di proposte per un MTC ma nella seconda vittoria, record detenuto da lei sola al momento!!!  Avrei già in mente l'oggetto della sfida adattissimo al mese di  luglio.....senti un po'.....del resto, come si suol dire:  sognar non costa nulla, giusto? anche se la vedo durissima......
 
MTC delle mie brame, chi sarà la più brava (o il più bravo, visti gli ultimi risultati) del reame? hihihihi...Leonardo, eccoti servito!
 
 
 
Ma veniamo all'insalata, dopo due versioni a crudo, dal momento che mi piacciono molto gli abbinamenti cotto/crudo, ho pensato bene di sforzarmi un po' di più e concepire qualcosa di più sontuoso, anche con ingredienti cotti. Visionando un po' tutte le insalate proposte finora, ho preso spunti, ho rielaborato, ho meditato ed ho infine partorito la mia :
 
CAESAR SALAD IN AGRODOLCE CON STRACCETTI DI TACCHINO AL SESAMO  E SALSA CREN

 
Ingredienti per 2 persone
 
1 cespo di insalata gentilina rossa
1 falda di peperone giallo + 1 di peperone rosso
1 carota
1 gambo di sedano
1 cipolla rossa di Tropea fresca
1 cucchiaio di semi di coriandolo
2 rametti di origano fresco
olio evo, aceto di mele, sale, zucchero
1 radice di rafano
yogurt bianco dolce
1 fetta grande di pane casalingo toscano posato
200 gr di petto di tacchino
3-4 cucchiaiate di salsa di soja
1-2 cucchiai di miele di acacia
1 spicchio d'aglio
semi di sesamo bianco
olio evo
 
Come prima cosa ho pulito il petto di tacchino, l'ho tagliato a fette spesse 1-1,5 cm e poi a striscioline di ca 2-3 cm di larghezza  x 5-6 di lunghezza. Ho miscelato la salsa di soja con il miele, ho disposto la carne in una pirofila, l'ho coperta con la marinata + l'aglio tagliato a fettine, mescolato bene e coperto con pellicola e posto in frigo per un paio d'ore ad insaporire.
Nel frattempo ho lavato l'insalata, scolata e disposta, spezzettata grossolanamente con le mani,in una insalatiera. Ho scelto la gentilina perché ha un cuore croccante e foglie esterne tenere e cromaticamente è variegata ed ha colori bellissimi.
Ho tagliato le verdure a bastoncini, le cipolle a fettine,  e le ho saltate in padella  a fuoco vivo con olio evo e semi di coriandolo schiacciati, le ho sfumate con due cucchiaiate  di aceto di mele, un cucchiaio di zucchero e un pizzico di sale, appena hanno iniziato ad appassire, le ho tolte e le ho disposte su un piatto a raffreddare raccogliendo tutti i semi di coriandolo.  Devono risultare croccanti, vanno cotte pochissimo. 2-3 minuti al massimo in totale.
Ho ridotto la fetta di pane a dadini. Ho tolto il tacchino dalla marinata senza sgocciolarlo troppo, l'ho cosparso abbondantemente di sesamo e l'ho rosolato  con  un po' d'olio evo  e gli spicchi d'aglio della marinata insieme ai dadini di pane che si sono impregnati dei succhi di cottura e del sesamo. Anche il tacchino va cotto a fuoco vivace ma pochissimo, appena inizia a dorare è pronto, all'interno deve rimanere morbido. 
Ho unito le verdure in agrodolce con i semi di coriandolo all'insalata, ho aggiunto delle foglioline di origano fresco (del mio giardino!) ho posizionato gli straccetti di tacchino  sopra all'insalata, ho fatto le foto (più belle senza il condimento)  e poi condito con una salsetta ottenuta mescolando olio evo, yogurt, aceto di mele e rafano fresco grattugiato, modulando gli ingredienti a proprio gusto perché il rafano è molto forte, ho mescolato il tutto  e gustato con grande piacere. 
Il "cren" è stato il tocco magico finale, una felice intuizione dell'ultimo minuto che mi ha resa molto orgogliosa di questa indovinatissima (a mio gusto ma anche  il consorte ha approvato) insalata ricca e armoniosa nelle sue sfumature agro dolci e speziate che adoro! 

 

lunedì 17 giugno 2013

CAESAR SALAD CON ZUCCHINE AL PARMIGIANO, PINOLI E BASILICO

Poteva mancare Insalata Mista con la sua versione di Caesar Salad per l'MTC di giugno 2013?


proposta dal neo-mtchallenger Leo the Cozzaman!

Su Insalata Mista le insalate non mancano e sono pure strane! Come quella immortalata nell'header del blog: una straordinaria, sorprendente  RUCOLA, CIOCCOLATO, ZUCCA E LAMPONI, opera dell'amica chef Deborah Corsi, eseguita durante uno dei nostri ultimi corsi di cucina organizzati insieme, dal tema NE' CARNE NE' PESCE!

Ho dato la precedenza a Poverimabelliebuoni (per chi non lo sapesse, è il mio primo blog) con la sua CAESAR SALAD CON TONNO AFFUMICATO, FAGIOLINI E MELONE semplicemente perché la versione di Insalata Mista era sempre in incubazione, non trovava la sua strada.
L'impasse creativo si è sbloccato stamattina davanti ai banchi del mercato e al loro tripudio di insalate estive.
Parentesi: per la maggior parte, le insalate estive appartengono alla  famiglia delle lattughe, capuccio, gentilina, canasta, lollo, batavia, romana.......una vera sofferenza per la sottoscritta che non le digerisce soprattutto la vera lattuga, la cappuccio....se la mangio "muoro" giuro, mi causa una nausea pazzesca!! Con le altre varietà va un po' meglio ma le devo caricare parecchio di aceto così le tollero meglio, a scapito però del mio adorato olio extravergine d'oliva che viene sovrastato dall'aceto! Infatti quando dal mio amico "Occhi belli", un coltivatore della zona a cui ho affibbiato il soprannome per via dei suoi occhi azzurri magnetici (solo quello però....) trovo il radicchino da taglio, quello amarino, esulto di gioia!! Però è una tipologia di insalata che non si sposa con molti ingredienti, al limite cipolla fresca e rapanelli (una vera goduria) e quindi non adatta alla sfida di questo mese.
 
Per non cedere alle insalate-supermercato che si trovano tutto l'anno, per esempio la scarola che è perfetta per un Caesar mix  ed è gradita dal mio stomaco, ripiego su un'insalata lattugosa ma molto curiosa, che ho visto poche volte, faccio un corno però a Occhi belli e la compero al banco accanto. Mi dicono che si chiami INSALATA CARCIOFA, effettivamente ricorda le foglie dei carciofi, poi cerco su internet e scopro la denominazione corretta, è una LATTUGA BATAVIA- CATALOGNA VERDE.
Ok la base di frasche c'è! La lampadina si è accesa!
Elaboro velocemente lo spunto iniziale, acquisto il resto di ingredienti che mi mancano e rientro tutta contenta e ispirata e mi metto subito all'opera.
Un breve cenno allo spunto iniziale è pure d'obbligo. Come ho dichiarato nel suddetto post di Poverimabelliebuoni, la Caesar Salad mi ha ricordato gli Stati Uniti e in modo particolare il nostro primo viaggio che fu, per noi,  una vera scoperta dell'America. Era il 1990, gli USA erano in pieno edonismo Reaganiano e sarebbero piombati nell'era Bush da lì a pochi mesi. A New York, nel quartiere di Soho, culla del  fermento creativo made in Usa, nell'era dei loft e degli open space, si faceva strada uno stile cittadino informal-chic ispirato al gusto italiano della moda, del design e del cibo ovviamente! Il ristorante italiano si evolveva e proponeva una cucina italiana contemporanea, lontana dagli stereotipi folkloristici di Little Italy.
Proprio in uno di questi ristoranti newyorchesi, ispirati all'italian cooking, I TRE MERLI, ricordo un'insalata semplicissima che poi riproposi per anni nei miei menu estivi:  zucchine crude affettate finissime e condite con parmigiano grattugiato, limone e olio evo.
Ho aggiunto qualcosa ed ecco il risultato, semplice, velocissimo, fresco, nutriente  e gustoso e soprattutto molto estivo!
 
 
 
 Ingredienti
 
Insalata batavia-catalogna verde
zucchine chiare, costolute,  freschissime con i loro fiori attaccati
foglie di basilico
pinoli
olio evo, limone, parmigiano grattugiato
colatura di alici
(tutte le parti verdi e i limoni provenienti da coltura biologica)
 
Lavare l'insalata e separare le frasche ad una ad una, scolarle bene e disporle a ventaglio su un piatto da portata. Lavare bene anche le zucchine, i fiori , a cui si sarà eliminato il pistillo, e le foglie di basilico. Affettare finemente le zucchine a rondelle, condirle con parmigiano grattugiato a piacere, olio evo e succo di limone. Disporre sopra l'insalata i fiori di zucchina tagliuzzati a listarelle (sono buonissimi  crudi in insalata, sia la parte gialla più morbida che quella chiara, più croccante), delle foglioline di basilico (adoro le erbe aromatiche nelle insalate, le studio bene, non le butto a caso) e  i pinoli tostati (in sostituzione dei crostini di pane), condire con un'emulsione di olio evo e gocce di colatura di alici. Infine posizionare un mucchietto di zucchine al parmigiano sopra l'insalata e servire.
 
 
ps: foto scattate col piatto in bilico sulla ringhiera del balcone e con lo sfondo del giardino, per chi non ci crede:
 
 
 
 
 
 
 
 

mercoledì 12 giugno 2013

MAREMMA STYLE, AGRITURISMO SAN OTTAVIANO, BIRRIFICIO DE' NERI E RISTORANTE LA GRATELLA



Io non ho figli e posso solo immaginare  cosa si provi ad essere madre ma capisco  come ci si possa sentire orgogliosi di qualcuno che ci è caro. L'ho colto  nello sguardo forte e deciso ma colmo d'amore di Francesca mentre mi presentava il figlio Francesco e ci seguiva nella visita del suo  bellissimo agriturismo San Ottaviano a Monterotondo Marittimo, nel cuore della Maremma grossetana.
Francesca Vierucci è la vera regina di un relais di grande charme sulle colline di San Vincenzo, POGGIO AI SANTI , che ho conosciuto recentemente (vedi post  Poverimabelliebuoni),  dove ho assaggiato per la prima volta la birra prodotta dal figlio Francesco nel birrificio attiguo all'agriturismo, il  BIRRIFICIO DE' NERI, che non potevo assolutamente perdermi, dopo aver conosciuto Poggio ai Santi!

 
Ho percorso spesso i luoghi tra San Vincenzo, Campiglia Marittima, Suvereto e Massa Marittima ma Francesca mi ha mostrato  delle scorciatoie sconosciute che mi hanno lasciato senza fiato come il tratto tra Campiglia e Cafaggio, fai una curva, scendi lungo un poggio e ti ritrovi in un paesaggio incantato, vegetazione lussureggiante e fiori multicolor, un recinto di chianine ordinato come in una cartolina di un paessaggio svizzero, uliveti piantati con regolarità coreografica, case coloniche idilliache e imponenti. Purtroppo siamo in ritardo, non posso fermarmi ogni due minuti a fotografare  quell'angolo di paradiso ma ci tornerò.  Arrivati a Cafaggio, l'incanto si spezza, riconosco le strade, attraversiamo Suvereto  e lentamente arriviamo all'agriturismo dove riprende la meraviglia della campagna maremmana più selvaggia e incontaminata.
Un affascinante quanto tremolante ponte di legno apre l'ingresso alla bella strada tortuosa e ombreggiata che sale  all'agriturismo, una massiccia costruzione in pietra  affacciata su una terrazza naturale dove la vista si incolla e si perde nel verde totale.
 
 
 
 
In una confusione di Franceschi, quattro per l'esattezza, due donne e due uomini, si dipana la storia dell'agriturismo legato alla storia della famiglia Neri. Francesco Neri,  segue il padre fin da ragazzo nella conduzione dell'attività di produzione cerealicola che si tramanda da tre generazioni. L'agriturismo nasce nel 1994, all'interno della tenuta che si estende per ben 300 ha e  conta  25 appartamenti, distribuiti su tre casolari in pietra, in puro stile maremmano, solido, massiccio, senza fronzoli, bello di natura e con tanta natura intorno! Attualmente è gestito interamente dal giovane Neri, contornato da uno staff altrettanto giovane, determinato, dinamico e pieno di energie che è un piacere vedere e ascoltare mentre descrivono con entusiasmo intenti e progetti.
 
 
 Francesco Neri  e il suo inseparabile cane che appare stilizzato anche nel logo del birrificio
 
 
L'attività brassicola è invece recentissima e nasce come naturale conseguenza alla predilezione di Francesco per la birra rispetto al vino e  grazie alla grande disponibilità di materia prima propria, cioè l'orzo!
Il prossimo 23 giugno celebreranno il primo anno di vita del birrificio, con una grande festa naturalmente, allietata da  musica, grigliate di carne e birra a fiumi!!
La cottura alla brace è il pezzo forte infatti del neo-nato ristorante che, inaugurato ad aprile, si sta facendo conoscere velocemente  grazie ad un efficacissimo passa parola. Non è ancora ufficiale, non c'è ancora l'insegna, ma si chiamerà LA GRATELLA, nel miglior spirito maremmano doc!
L'arredo è semplice, schietto, tavoli di legno, sedie impagliate, cotto sul pavimento e soffitti a volta, begli oggetti d'antiquariato e modernariato, veri cimeli di famiglia pieni di fascino e valore sentimentale arricchiscono la sala pranzo e quella del bar dove troneggia un bellissimo tavolo da biliardo.

    Un particolare della grande sala pranzo

   Il prezioso camino con bracere, fulcro della cucina della Gratella

   Una curiosa cucina a gas professionale degli anni '50, ora adibita a tavolo d'appoggio

    L'elegante biliardo anni '60


Lo chef Francesco Poloni, avvisato in ritardo del nostro arrivo, improvvisa un pranzetto veloce ma estremamente gustoso e conviviale, spadella due tipi di pasta e poi arriva in tavola con grandi piatti da portata e si siede con noi. Fra i commensali c'è anche un'altra Francesca che si occupa dell'accoglienza all'agriturismo e Pamela, fidanzata di Francesco Neri. Intorno a noi e sotto al tavolo i tre cani di casa. Accoglienza fresca, atmosfera genuina e famigliare, li adoro già questi ragazzi!


 
Fusilloni al  pesto genovese che purtroppo salto nonostante il pesto mi piaccia molto ma il mio stomaco non è in sintonia col palato
 
 
Rigatoni con salsa di noci, mandorle e nocciole! Ricco e gustoso, ottimo con la bionda de' Neri, in stile American Pale Ale, morbida, dal gusto delicato ed equilibrato, spuma setosa, fine effervescenza. Impossibile limitarsi ad un bicchiere!
 

La bistecca "sperimentale" di bufala, allevata dagli amici Pallini di Principina che inaugureranno a breve il proprio caseificio e produrranno la mozzarella di bufala maremmana. La carne era stata marinata nella bionda de' Neri e poi cotta sulla piastra. Una rivelazione! Squisita, magra ma di carattere con un gusto quasi ferroso e decisamente animale (che non è un'ovvietà!)
Perfetta con la rossa, in stile Belgian Ale, stessa spuma setosa della bionda, effervescenza più marcata e gusto più complesso con note nostate e piacevole amaricante.

 
Le insalatine che accompagnavano la carne, che presto saranno sostituite da quelle che attualmente stanno timidamente spuntando nell'orto curato personalmente dallo chef e il tagliere di formaggi di Paterno, inutile dirlo, produttore maremmano vicinissimo all'agriturismo, con un vellutato ai pistacchi e un erborinato di pecora da dipendenza!!
 
Un caffè, un ultimo giro per l'agriturismo, una controllatina all'orto dello chef, una sbirciatina al birrificio che è un vero gioiellino, chiacchiere tecniche, rivelazioni circa una nuova birra in programma, scambi utilissimi e ci salutiamo, già amici, con baci e abbracci e con la promessa di risentirci e rivederci presto, sicuramente per la festa di compleanno del birrificio!!
 
Che altro aggiungere? Un grosso in bocca al lupo ragazzi e grazie di cuore a tutti voi e a mamma Francesca per la piacevolissima giornata.