venerdì 27 novembre 2020

FLAN DI SCARTI VERDI CON SALSA DI NOCI

 


GREEN FRIDAY!! Della serie "la cucina senza" e all'insegna del riciclo,  ecco dei flan fatti con gli scarti di alcune verdure verdi, senza latticini, senza colesterolo, senza glutine e senza sensi di colpa perché sono ultra leggeri. 

Era tanto tempo che non cucinavo piatti composti come sformatini, tortini, flan o budini. Ora, inattiva a livello professionale per via del lock down, ho più tempo per pensare all'alimentazione e renderla più varia possibile con un occhio rivolto al valore nutritivo, alla leggerezza e alla salubrità degli ingredienti.

In altre parole, quando una non sa più cosa inventarsi perché deve cucinare a pranzo e a cena, oltre alle classiche pietanze a base di pesce o carne accompagnate rigorosamente da tante verdure sia cotte che crude, si prova qualche alternativa tipo un polpettoncino di lenticchie fatto la settimana scorsa, buonissimo ma che non ho immortalato, oltre a zuppe di cereali e legumi che fanno piatto unico!

Dicevo, tante verdure, sì! E ho la fortuna di accedere ad un mercato dove conosco personalmente i produttori e quindi conosco la provenienza della materia prima. In settimana, ho preso dei carciofi bellissimi con dei gambi lunghi lunghi."li vuoi i gambi vero?" - mi chiede il verduraio - "altro che! e me lo chiedi?" - rispondo io. Roba appena colta, sana, basta eliminare la corteccia superiore e dentro celano un cuore tenero e saporito più del carciofo stesso! In casa avevo altre verdure di cui uso gli scarti: scarola, finocchi, porri, sedano. Ho ripensato alle mie mezze maniche al ragù di scarti verdi e ho sfruttato l'idea per fare dei flan. 

Da anni li faccio senza besciamella, me l'insegnò il mio primo maestro di cucina, Umberto Creatini: solo verdura, albumi, eventualmente un po' di fecola o farina, sale, pepe, noce moscata e se proprio uno non può rinunciarci, parmigiano. Inoltre li cuocio nel microonde, se si mettono nei pirottini classici da porzione, bastano pochi minuti, con un risparmio energetico non indifferente, rispetto al forno tradizionale, sempre che non si sia contrari al microonde. 

FLAN DI SCARTI VERDI CON SALSA DI NOCI


 Ingredienti per 4-5 pirottini medi o 6-7 piccoli

350 g ca di scarti misti di verdure verdi: porro (il cuore verde, al netto delle foglie più dure), estremità di sedano, gambi di carciofi, ciuffi e foglie esterne di finocchi)

2 cucchiai di panna vegetale

1 albume d'uovo grande

1 cucchiaio di fecola di patate

1 foglia di alloro, 2 rametti di timo e 2 di maggiorana 

sale, pepe nero, noce moscata, olio evo qb

farina di mais qb

Per la salsa di noci: una decina di noci Lara bio, olio evo, uno spicchietto d'aglio, sale, panna vegetale qb

Cuocere a vapore i finocchi, il sedano e i gambi di carciofo, tutti affettati o  tagliati a pezzetti. Stufare il porro tagliato a rondelle con un po' d'olio e acqua e la foglia d'alloro spezzata. Far insaporire e asciugare bene le verdure cotte nella base col porro. Lasciar intiepidire e infine togliere l'alloro, frullare tutto. (io non le passo nel passa verdura perché preferisco mantenere tutte le fibre benefiche delle verdure). Condire con sale, pepe di mulinello e noce moscata grattugiata al momento,  unire l'albume, la fecola e le erbe, mescolare bene. 

Ungere con olio evo dei pirottini, cospargerli con farina di mais (anziché il pan grattato), versare il composto fino quasi all'orlo. Cuocere in forno a microonde potenza max per 6-7 minuti ca. Aumentare o diminuire il tempo a seconda della capienza dei contenitori. Ho notato che la cottura ottimale è quando il flan si restringe un poco all'interno del contenitore e tende a separarsi dalle pareti. Se si vuole anche una gratinatura superficiale, si possono sformare, ribaltare, cospargere ancora d'olio e farina di mais e mettere qualche minuto sotto il grill. 

Per la salsa alle noci: ricavate i gherigli dalle noci, mondateli accuratamente, Tritateli in parte finissimi, in parte un po' grossolani. Fate tostare in padella con un po' d'olio e acqua e uno spicchietto d'aglio schiacciato che poi rimuoverete, aggiungete la panna vegetale, fate addensare fino a che si formerà una bella crema. Regolate di sale e pepe. 

Servite i flan nappati con un po' di salsa e portate in tavola una salsiera in modo che ognuno possa gestirla autonomamente. Guarnite con foglioline di timo e maggiorana 



domenica 22 novembre 2020

CROSTATINE INTEGRALI ALL'OLIO EXTRAVERGINE, MANDORLE E ARANCIA

 

Domenica. Seconda domenica dalla zona rossa toscana con dolcino di rito per rispettare le abitudine nell'era Covid :-). E mi viene in mente il titolo di un film americano "Any given sunday" che in italiano è stato tradotto con  "Ogni maledetta domenica" . Perché? Intendo : sia perché è stato tradotto così? e perché maledetta? Dal momento che normalmente "si santifica la festa" sarebbe stato più adatto "ogni benedetta domenica" ma forse perché la trama del film non riproduceva situazioni festose e liete.

Ma, a parte disquisire se sia il caso di maledire o benedire la domenica, se dipenda dalla predisposizione emotiva del momento o sia un amore o un odio assoluto come quello espresso in una famosa vignetta del gatto Garfield a proposito del lunedì (che ha più senso)  "I hate mondays" mentre spreme il tubetto del dentifricio e si imbratta tutto..quello che mi incuriosisce, bada bene l'importanza dell'argomento (rido), è perché diavolo i titoli dei film stranieri vengano spesso tradotti in malo modo o in modo totalmente diverso dall'originale. E' vero che qualche rara volta, il titolo in italiano è persino meglio dell'originale ma più spesso, confrontandoli, sorgono dubbi sulla sanità mentale del traduttore!!! A tale proposito ho fatto una ricerca on line e ho trovato un articolo esilarante con la top 100 delle peggiori traduzioni di titoli di film stranieri in italiano. 

Comunque, per me questa domenica, benedetta o maledetta che sia, è iniziata bene: sveglia alle h 8.00 per fare le foto alle tortine  prima di colazione e per catturare la luce del mattino che è bellissima. Avevo già preparato un po' il set prima di andare a nanna ieri sera: tavola di legno in posizione e una candidatura di piattini e forchettine, tovagliette, nastri (hai visto mai che riesco a fare quelle belle composizioni romantiche che vedo dalle mie amiche blogger?). 

h 8.30, trovato la composizione che mi appaga, anche senza nastri e altri orpelli, col centrino della mia adorata suocera. Foto fatte, posso godermi la mia "benedetta" (ora ci sta) colazione!!!

NB: ho provato una frolla all'olio diversa da quella che faccio abitualmente, vista da Mademoiselle Marina che sta sperimentando un regime alimentare vegano : crostata di frolla vegana al limone.  Ho profumato le mie crostatine con un altro agrume, avevo voglia di arancia,  e anzichè farcirle con la classica marmellata, ho optato per un curd super leggero di mia invenzione e già sperimentato più volte ma non vegano, perché l' uovo ci vuole altrimenti non è un curd! Ero anche tentata di aromatizzare o la frolla o il curd con qualche spezia. Mi piace molto,  per esempio, l'arancia col cardamomo, .avevo fatto tempo fa una specie di sbrisolona all'olio arancia e anice, il rosmarino sta bene con l'arancia, anche la menta (ma non è stagione) e ovviamente le spezie calde come cannella e chiodi di  garofano..ma alla fine ho scelto di farla in purezza per gustare appieno il gusto dell'arancia e non mi sono pentita. 


CROSTATINE INTEGRALI ALL'OLIO EXTRAVERGINE D'OLIVA E ARANCIA CON LIGHT CURD ALL'ARANCIA

Ingredienti per 3 tortine da 11 cm di diametro

165 g di farina tipo 2 bio

40 g di farina di mandorle

45 g di zucchero di canna biondo

la scorza grattugiata di un'arancia bionda non trattata (la mia era una navel)

30 ml di succo d'arancia 

25 ml di acqua fredda

50 ml d'olio extravergine d'oliva dal gusto fruttato, poco amaro, meglio se con sfumature agrumate 

1/2 cucchiaino di lievito istantaneo per dolci 

un pizzico di sale

Per il light curd

200 ml di succo d'arancia + 20 ml di succo di limone

la scorza di mezza arancia

100 g di zucchero di canna biondo

1 uovo intero

1/2 cucchiaino di agar agar 

Mescolate le farine con il lievito e setacciate. Mettete le farine in una terrina, aggiungete lo zucchero, la scorza grattugiata di un'arancia grande e mescolate bene, fate un buco nel centro, versatevi  l'olio, il sale, il succo d'arancia e metà dell'acqua. Iniziate ad incorporare i liquidi partendo dal centro con movimenti circolari e man mano assorbite la farina. Aggiungete la restante acqua o altro olio per completare l'impasto. Formate una palla, coprite con pellicola e ponete in frigo a riposare per almeno un'ora. 

Togliete la pasta dal frigorifero, arrotolatela a formare un cilindro, dividetela in tre parti uguali. Stendetela ogni fetta tra due fogli di carta forno fino a creare tre tondi appena più grandi delle formine e di 4-5 mm di  spessore. Oliate e infarinate la formine - operazione non necessaria se antiaderenti come le mie - rivestite le formine con la pasta, bucherellate il fondo, coprite con un foglio di carta forno e fagioli secchi o pesi appositi per pasticceria. Cuocete in forno pre-riscaldato a 170-175 ° C per 15 min. ca. Togliete la carta e i fagioli, terminate la cottura per altri 10 '.

Nel frattempo preparate il curd. Unite l'agar agar allo zucchero, lavoratelo con l'uovo intero, unite il succo d'arancia e le scorze a julienne; versate in una casseruola e  cuocete dolcemente fino a che arriverà ad ebollizione. Infine filtrate le scorze e fate intiepidire. 

Sfornate le crostatine, fatele raffreddare un poco su una griglia. Versate il curd tiepido ma ancora abbastanza fluido all'interno delle crostatine (se dovesse essersi rappreso troppo, rimettetelo un pochino al fuoco). A completo raffreddamento, decorate a piacere o con fettine d'arancia pelate al vivo o scorzette candite o  mandorle come nelle foto. 

Conclusioni: una frolla gradevole e profumata ma  ovviamente, come anche Marina sottolinea, ha una consistenza diversa rispetto alle classiche frolle col burro o anche con olio e uova (quella che faccio di solito), è un po' rustica anche per via della farina tipo 2, ma  a me non è dispiaciuta, anzi, la rifarò!



giovedì 19 novembre 2020

TUSCAN BURGER: UN VIAGGIO A 360 GRADI NEL MONDO DEL BURGER MADE IN TUSCANY


Pensavate che l'hamburger fosse soltanto quello venduto a poco prezzo nelle grandi catene internazionali di fast food? Ebbene, nella Toscana dei mille campanili gastronomici, questo prodotto - ormai un'icona pop dello street food - riesce a trovare una propria dignità e una sua nobiltà, al pari dei piatti più celebrati della tradizione dell'ex Granducato. Il merito non è solo della lunga lista di  materie prime eccellenti di cui la regione può fregiarsi  (dalla Chianina alle altre razze bovine autoctone, fino al maiale di cinta senese o al cinghiale; oppure al Pecorino Toscano Dop, dalle cipolle di Certaldo al lardo di Colonnata, fino ai tartufi, verdure,  aromi e i più diversi condimenti) ma anche della passione e della competenza di chi  le selezionano e le utilizza nei propri hamburger. Strato dopo strato questi prodotti straordinari, a volte unici, compongono le versioni made in Tuscany del burger : un vero microcosmo delimitato da due fette di pane, dietro al quale si celano storie di personaggi e grandi passioni. 

Gli autori, il giornalista enogastronomo Marco Gemelli  e il consulente per la ristorazione Lorenzo Gagliano,  con Tuscan Burger (ed Il Forchettiere, 250 pag, nelle librerie e on line) ci accompagnano in un viaggio a 360 gradi nel mondo dell'hamburger toscano esplorando hamburgerie, birrerie, pub e ristoranti, intervistando esperti in materia di carne, panificazione, farciture, cotture e  abbinamenti con  birre, bollicine, vini  e cocktail, rispettivamente a cura di  Massimo Prandi, Massimo Fabiani, Andrea Gori e Julian Biondi. 

Sono ben 50 i locali toscani selezionati e descritti: c’è la piccola hamburgeria di paese e quelle d'ispirazione gourmet nelle città più grandi, c'è quella gestita da sole donne e quella che utilizza  solo materie prime locali. C'è il burger di zebra o di struzzo, quello con la carne kobe, fino al maxi-burger da un chilo per i palati più affamati, oltre a burger vegetariani e vegani, di pesce e quelli con allegri panini colorati.

Per Livorno e provincia compaiono  5 hamburgerie:  Borgo Burger, Cugini di Carne, I'm Burger, Porca Vacca e Surfer Joe. Inoltre, nel libro sono coinvolti alcuni amici di Poverimabelliebuoni, oltre al pizzaiolo e maestro panificatore Gabriele Dani di Disapore Pizzeria Gourmet Cecina (vedi sotto)  -  con il racconto di come preparare il pane ideale per il burger – e la chef Deborah Corsi  de La Perla del Mare di  San Vincenzo con una sua interpretazione gourmet del panino a base di palamita, sono stati selezionati  anche singolari locali come MezzoKm aVenturina e aziende conserviere bio come Mediterranea Belfiore a Cecina.

Con la prefazione scritta da Luisanna Messeri e con il sostegno di Vetrina Toscana - il progetto di Regione e Unioncamere Toscana che promuove ristoranti, botteghe e produzioni di qualità che esprimono l'identità del territorio e valorizza la cultura enogastronomica come attrattore turistico - nelle pagine di TuscanBurger non mancano le storie imprenditoriali delle piccole e grandi aziende made in Tuscany di materie prime che compongono il burger. Uno spazio speciale del volume è  dedicato anche  ai ristoranti che mostrano un’attenzione particolare a questo piatto, nonché alle “prove d’autore”, ossia le interpretazioni gourmet di 30 tra i più apprezzati chef toscani, stellati e non.

Degni di nota,  sono gli approfondimenti con interviste ad esperti di settore,  dal mitico macellaio poeta Dario Cecchini al guru del panino d'autore Alessandro Frassica, al maestro panificatore e amico Gabriele Dani che, come già sottolineato,  svela i segreti del suo pane, o meglio "bun",  ideale per l'hamburger.


Piccola nota personale:  sono contenta e orgogliosa di  aver dato il mio contributo fotografando l'amico Gabriele Dani  per le pagine del libro e quando vedi le tue foto stampate, soprattutto in un bel libro, è sempre un'emozione e una bella soddisfazione! 

Ed eccolo mentre autografa la mia copia :-) 




domenica 15 novembre 2020

BROWNIES CON PERE E NOCI

 


Rieccomi su Insalata Mista!! Da oggi la Toscana è zona rossa, lockdown quasi totale. Diverso dal primo lockdown di marzo, diverso perché nel primo eravamo tutti sotto shock, a questo giro siamo arrabbiati, sgomenti,  stanchi, sfiduciati e non vado oltre...

Se all'annuncio del primo, quando tutti sfornavano dolci, pani e pizze, in controtendenza io mi ero consolata con le seppie anziché con le mele (nelle torte ovviamente),  a questo giro un bel dolce ci sta e cosa c'è di più confortante e lenitivo del cioccolato?

L'idea dei brownies mi è venuta sfogliando Sale&Pepe di novembre, dove però ci sono ricette troppo elaborate con varianti che si scostano molto dalla formula classica che peraltro non avevo neanche mai fatto! Poi ritrovo i brownies in una pubblicazione recentissima dell'amica Annarita del blog Il Bosco di Alici, con l'aggiunta del golosissimo caramello salato che mi ispira moltissimo ma prima di affrontarla, dovevo sperimentare la versione basica.

Allora cerco un po' in giro, confronto le ricette e opto per quella che mi sembra più equilibrata nei rapporti fra cioccolato e il resto degli ingredienti. Poi non resisto e ci infilo anche qualche tocchetto di pera oltre alle noci che figurano in molte ricette base americane.


Ricetta perfetta, cottura ottimale, sono molto soddisfatta, e la colazione domenicale coi brownies mette subito  di buon'umore!



Ingredienti per una teglia da 15x20 cm (misure interne)

130 g di zucchero di canna chiaro

100 g di cioccolato fondente 85%

65 g di farina 0

60 g di burro 

2 uova

1 cucchiaino di cacao amaro in polvere

1 cucchiaino di lievito istantaneo in polvere

1 pizzico di sale fino

una puntina di semi di vaniglia Bourbon o 1/2 cucchiaino di estratto

50 g di gherigli di noci Lara (una decina di noci ca)

150 g di pera Abate a dadini (al netto della buccia e del torsolo)

chiodi di garofano, cannella qb

Tritare il cioccolato, far sciogliere col burro e la vaniglia a bagnomaria o nel microonde a colpetti di 10 sec alla volta, potenza minima. Mescolare bene in modo da non lasciare grumi di cioccolato, far intiepidire.

Montare le uova con lo zucchero fino a che saranno ben gonfie e spumose, incorporare il cioccolato sciolto, mescolando delicatamente con una spatola. Inserire poco alla volta anche la farina miscelata con il lievito e il cacao e setacciata. Unire un pizzichino di sale e infine le noci tritate grossolanamente e le pere a dadini condite con un cucchiaino di zucchero e un pochino di  chiodi di garofano e cannella polverizzati (la speziatura deve essere lieve).

Versare il composto nello stampo imburrato e infarinato e cuocere in forno pre-riscaldato a 175-170° C per 35-40' (dipende molto dal forno, fate sempre la prova stecchino).  A cottura ultimata, sfornare, lasciare intiepidire e infine sformare e una volta ben raffreddato, tagliare a cubetti o rettangoli ed ecco i miei primi  brownies!!