venerdì 16 febbraio 2024

RISOTTO COME UNA ZUPPA ALLA VALPELLINENSE

 

Oggi si va in montagna nel CLAN DEL RISOTTO DEL VENERDI'! Io ho scelto la Val d'Aosta, visto che l'ultimo risotto era praticamente già un omaggio all'Alto Adige. 
Mi ha incuriosito una piatto dal nome non facile: la seupa a la valpellinentze o zuppa alla valpellinense, una tipica ricetta valdostana nata a Valpelline, villaggio a pochi chilometri a Nord di Aosta. 
Consiste in un ricco pasticcio composto da strati di pane di segale, verze rosolate nel lardo e stufate, fontina, bagnato con brodo di manzo e profumato con della cannella, passato in forno a gratinare, cosparso da una buona dose di burro!! Abbastanza facile da trasformare il risotto! E quel tocco di cannella mi stuzzicava molto...

In alcune versioni ho trovato il lardo, che ho omesso  per alleggerire un po’ il piatto già corposo e grasso. Ho pensato di usare il riso Nebbia gli Aironi, un elegante e profumatissimo carnaroli classico affumicato con legno di ciliegio di cui avevo un rimasuglio giusto giusto per due porzioni. L'affumicatura mi sembrava adatta all'insieme e richiama molto la montagna. Ho sfumato il riso con della grappa, ero tentata del genepì ma, essendo molto aromatico,  non volevo mescolare troppi sapori.

In qualche ricetta compare anche l’aglio e l’erba salvia. Come resistere? E oltre alla cannella che sta divinamente bene nell’insieme, ho inserito la profumatissima noce moscata acquistata in Guadalupa e un pizzico di pepe di Assam per sostenere l’affumicatura del riso.

A completamento ho sbriciolato sopra al risotto delle foglioline di erba salvia essiccate per rinforzare il profumo della salvia e un’ulteriore spolveratina di cannella che a mio gusto era necessaria perché ho scoperto che la mia è scaduta da un po’ e ha perso di intensità. 

Un risotto ricco e godurioso, quando ci si vuole fare una coccola senza pensare troppo ai grassi...

Ecco qua dunque il mio  

                                                    RISOTTO ALLA VALPELLINENSE  




170 g di riso Nebbia Gli Aironi
100 g di foglie di verza, private della venatura più dura e tagliate a striscioline
 1 spicchio d’aglio, olio evo qb 1 ciuffetto di erba salvia + 2 per guarnire il risotto
Brodo di carne (il mio fatto con ossi e un pezzettino di manzo e i classici odori e verdure) qb
½ bicchierino di grappa bianca
Fontina valdostana 60 g
30 g di burro
Noce moscata e cannella
Sale fino, pepe di Assam in grani pestati al momento

Stufate in padella antiaderente per 4-5 minuti le foglie di verza tagliate a striscioline con un po’ d’olio, l' aglio passato nello spremi aglio, erba salvia e pepe di Assam . Lasciatele al dente. Salate un pochino.

Fate essiccare le foglioline di salvia rimaste in microonde a potenza medio-alta per un paio di minuti  

Fate tostare in una casseruola il riso in 10 g di burro, sfumate con la grappa, portate a cottura col brodo di carne. A metà cottura unite le verze con il loro fondo di cottura all'aglio e salvia che risulterà profumato ma fresco. Portate a cottura ottimale, spegnete, fate intiepidire, regolate di sale, noce moscata e cannella, dosando poco alla volta. Unite 20 g di burro freddo e la fontina a dadini, mantecate.

Disponete nel piatto, cospargete con le foglioline di salvia essiccate e sbriciolate e un’ulteriore leggera spolverata di cannella ed eventualmente anche altro pepe di Assam, secondo il proprio gusto.



venerdì 9 febbraio 2024

RISOTTO ALLE CAROTE E SPECK PER JANNIK SINNER

 


Risotto alle carote e speck dedicato a Jannik Sinner 🥕🥕🥕🎾🎾🎾

A proposito di Sinner, sono già state spese tante parole per elogiare questo giovanissimo campione di tennis che è riuscito a riunire tutti gli italiani sotto la bandiera di uno sport che non fosse il calcio!
Carismatico nella sua sobrietà ed educazione in campo e fuori dal campo. Un giovane sorprendentemente solido, umile e determinato che fa un gran bene in un momento storico in cui l'apparenza e la superficialità, la disonestà, l'arroganza e la cialtronaggine sembrano essere le qualità vincenti.
Lancia un messaggio prezioso soprattutto ai giovani, per cui è un modello di etica e di qualità sane e positive.
Speriamo che continui così, non solo a vincere, ma a mantenere la sua purezza.
Avanti così Jannik!
foto credits @usopen

Il risotto ha come protagonista la carota che è diventata scherzosamente il suo simbolo. Portata alla ribalta dai simpatici Carota boys, suoi tifosi sfegatati che si travestono da carote seguendo i tornei, in riferimento, non tanto ai suoi capelli rossi bensì al fatto che in un torneo, anzichè la banana, che spesso i tennisti consumano durante le partite, Sinner rosicchiò una carota:-)

foto credits @usopen & @carotaboys

Ho profumato le carote con il cumino, spezia che amo e che si trova in molte preparazioni alto atesine (vedi lo schüttelbrot e alcuni pani di segale o i crauti), in omaggio ai natali del tennista, così come lo speck, che crea un bel contrasto col dolce della carota, e i semi di papavero (usati per panini e dolci). La salsa ai lamponi ricorda la selvaggina con i frutti rossi, una classica specialità di montagna e offre un tocco di raffinata acidità. Infine i riccioli di carota sono un chiaro riferimento ai riccioli color carota del ciuffo vezzoso e ribelle del giovane campione.
Anche un po' carnevalesco, se vogliamo, con i suoi colori vivaci, i riccioli di carote che sembrano stelle filanti e i punti di salsa di lampone come coriandoli :-)
Forse non un risotto propriamente sobrio ma sicuramente equilibrato.
Chissà se gli piacerebbe ma soprattutto chissà se gli piace il risotto? 😃



Ingredienti per 2 persone

170 g di riso sant'andrea Cascina Alberona

30 g di scalogno

4-5 carote medie bio + 1 per i riccioli

1/2 bicchiere di vino bianco (io avevo un avanzo di pigato ligure)

un cucchiaino scarso di semi di cumino

acqua qb o brodo di verdura

olio evo, sale fino 

80 g di lamponi, 1 cucchiaiata di zucchero semolato, acqua qb, una puntina di xantana in polvere

3-4 fettine di speck dell'Alto Adige


Prima di iniziare il risotto,  prepariamo la purea di carote al cumino e la salsa di lamponi.

Facciamo tostare a secco in padella antiaderente i semi di cumino, uniamo un filino d'olio, buttiamo le carote tagliate a rondelle, facciamo insaporire bene, un pizzico di sale, allunghiamo con un po' d'acqua calda e portiamo a cottura, mantenendole sempre un po' bagnate. Alla fine frulliamo tutto ed eventualmente passiamo al colino per un effetto più vellutato. Mettiamo da parte. 

Facciamo cuocere in un pentolino, con una cucchiaiata di zucchero,  i lamponi ben lavati. Devono appena disfarsi e amalgamarsi con lo zucchero,  non devono cuocere molto. Frulliamo con una puntina di xantana e se necessario un goccio d'acqua. Facciamo raffreddare, passiamo al setaccio e mettiamo poi la salsa in un biberon da cucina

Con l'apposito attrezzo ricaviamo delle spirali dalle carote pelate, altrimenti con un pela carote,  ricaviamo delle striscioline molto sottili, lasciamole in acqua e ghiaccio per qualche ora fino a che si arricceranno. 

Facciamo sudare in una padellina a parte, con un pochino d'olio, a fuoco dolce, lo scalogno tritato.

Avviamo il risotto facendo tostare il riso a secco in una casseruola, uniamo lo scalogno con il suo fondo, facciamo insaporire bene, saliamo un poco, sfumiamo con mezzo bicchiere di vino bianco aromatico. Allunghiamo con acqua o brodo e continuiamo la cottura. A 5-6 minuti dalla fine, uniamo la purea di carote riscaldata. Portiamo a cottura. Breve riposo coperto, mantecatura con un po' d'olio evo. Nel frattempo facciamo sfrigolare lo speck tagliato a striscioline in padella antiaderente fino a che sarà dorato e croccante. Asciughiamolo su carta assorbente da cucina.

Impiattiamo, cospargiamo con i semi di papavero, le striscioline di speck, i riccioli di carota cruda e facciamo dei punti di salsa di lampone qua e là. 

venerdì 2 febbraio 2024

RISOTTO ALL'ASSASSINA

 


Ebbene sì! Tema della settimana: risotto all'assassina! Bella sfida eh? Un vero esercizio tecnico, uguale per tutti, così da confrontarci sui metodi ed eventuali trucchi per adattare al risotto una ricetta nata con gli spaghetti.

Foto dal web

Gli spaghetti all'assassina sono una specialità barese che ha conquistato una fama pressoché internazionale grazie alla fiction Rai Le indagini di Lolita Lobosco e alla puntata dedicata alla Puglia del programma Stanley Tucci: Searching for Italy targato Cnn.
Qui sotto un link con molte informazioni e curiosità e la ricetta dell'Accademia dell'Assassina di Bari!
In sintesi si tratta di spaghetti risottati da crudo e tostati fino a farli bruciacchiare, con tanta salsa di pomodoro (più acqua), concentrato di pomodoro, aglio e peperoncino. Secondo la ricetta, fondamentale sarebbe la padella di ferro che ha una conduzione di calore ottimale.

Quindi, se risottano gli spaghetti e li bruciacchiano, perché non provare direttamente col riso!! Era un po' che avevo questa idea in testa, che richiama la tostatura estrema del riso, di cui avevo letto e che volevo proporre come esercizio tecnico. Recentemente ho rivisto Assassinio sull'Orient Express e mi si è riaccesa la lampadina!
Premetto che non ho mai assaggiato gli spaghetti all'assassina e sono molto curiosa. Me ne aveva parlato, per esperienza diretta, una cara amica. Ma la tentazione del risotto è troppo forte...

Quindi stesso compitino per tutti i membri del clan,  nessuna variante, ASSASSINA pura, e poi ci confrontiamo sulle difficoltà di esecuzione, sui trucchi, magari anche prima di approcciarla.

1a prova


Allora, ho fatto due prove. La prima, partendo con una tostatura estrema, a cercare una bella caramellizzazione al limite del bruciato (da evitare altrimenti è dannoso per la salute). Ho usato una sauteuse di alluminio bella capiente per 80 g di riso soltanto, in modo che rimanesse bello disteso in un unico strato. Rispetto alle dosi di olio previste dalla ricetta dell'Accademia per la pasta, fatte le debite proporzioni, sono stata indietro ma era sempre abbondante: 20 ml  anziché 25 per 80 g di riso. Tutto il resto in porporzione alle dosi previste per gli spaghetti. Ho aggiunto poco alla volta un po' di brodo e passata, facendolo consumare tutto prima di aggiungerne altro. Però il brodo diluiva la "bruciacchiatura" che lasciava però il gusto e scuriva il bel rosso del pomodoro. Man mano procedevo, riflettevo e volevo andare fino in fondo come da ricetta. Quindi da ultimo una bella bruciacchiata e poi si spegne senza mantecare. Ovvio che si ottiene una consistenza diversa da un classico risotto. Il riso è sgranato. Però buonissimo. Con quella croccantezza, bello piccante e un po' unto effettivamente.

Seconda prova, stessa quantità 80 g, ho messo meno olio, 15 ml, fatto tostare bene senza arrivare all'estremo, chicco dorato ma non bruciacchiato, portato a cottura col solito brodo di acqua e passata. A 2 minuti dalla fine, ho tolto una generosa cucchiaiata di risotto, l'ho fatto tostare bene in padella antiaderente, ha fatto la sua bella crosticina mentre finivo il risotto nell'altra padella. Riposino, mantecatura solo meccanica, non c'era bisogno di altro olio, quindi è venuto più cremoso. A quel punto ho buttato nel risotto, anche quello tostato a parte, mescolato velocemente per non perdere la croccantezza e mangiato subito. Una delizia, bello infuocato, unto il giusto e con le due consistenze cremosa e croccante,  a divertire il palato.  Una piacevole scoperta!!

Ah meglio usare un carnaroli classico, quindi ottima qualità,  che ha una bella resistenza e consistenza di chicco, così si può un po' maltrattare!!

Riassumendo: dosi per 2 persone

160-170 g di riso carnaroli Zei Carlo (Pistoia)
30 ml olio evo all'aglio (olio scaldato nel micro a potenza minima per 5 minuti con 1 spicchio d'aglio a fettine) 
250 g di passata di pomodoro datterino Mediterranea Belfiore 
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
1 cucchiaino di pasta di peperoncino Iasa (peperoncini freschi tritati e conservati in olio evo)

In una casseruola molto larga di ferro o alluminio, fate scaldare l'olio all'aglio e due cucchiaiate di passata di pomodoro. Il resto della passata versatelo nell'acqua a bollore per creare un brodo di pomodoro. 
Fate tostare a fuoco vivace il riso nella salsa fino a che inizia ad attaccare ma senza farlo bruciare. Unite il brodo poco alla volta e ogni volta fate consumare prima di inserire il secondo mestolo di brodo. 
A 2 minuti dalla fine della cottura, prendete due cucchiaiate di risotto e fatelo tostare in una padellina a parte (io ho usato un antiaderente e non è stato necessario ungerla) fino a che si otterrà una bella caramellizzazione ma senza bruciare. 
Nel frattempo portare a fine cottura il risotto. Farlo riposare a fuoco spento. Mantecare fuori dal fuoco, rimestando bene e scuotendo la padella, senza aggiungere altro grasso, eventualmente allungare ancora con un goccio d'acqua se dovesse risultare troppo sodo. A quel punto inserire il risotto bruciacchiato, mescolare velocemente e godersi il risultato!!