giovedì 9 giugno 2011

LA VALLEE DU RHONE - VIGNETI SETTENTRIONALI (2a parte)

Château Grillet

3 giugno CONDRIEU ET L' HERMITAGE
Lasciamo Vienne e si parte alla volta dell'Hermitage percorrendo la riva destra, ripassiamo da Ampuis  e raggiungiamo poi il regno del viognier: Condrieu. Nel cuore di Condrieu,  Château Grillet, unica  denominazione in Francia rappresentata da un solo  produttore su 4 ettari piantati esclusivamente  a viognier per un vino ovviamente introvabile!
A Chavannay, lungo la strada scorgo un cartello che annuncia la cantina di  YVES CUILLERON, era nella mia lista ed è aperto! Dentro! Prima degustazione alle h 11 di mattina, si va di bianchi, il suo Condrieu Ayguets  è famosissimo ma cerchiamo vini più facili, di pronta beva. I prezzi non sono poi così alti se si pensa alla preziosità di vini prodotti in quantità limitate, (l'AOC Condrieu conta appena 110 ettari) su terreni con pendenze fino al 60%, atterrazzati con muretti in pietra, alcuni risalenti all'epoca romana. Una viticoltura eroica e difficoltosa e una storia millenaria che si può comprare anche a sole 25 euro la bottiglia dell'ultimo millesimo in commercio Condrieu La Petite Côte!

Proseguiamo, i paesi non sono spettacolari ma di tanto in tanto si aprono begli scorci sul fiume, l'attrazione sono sempre i ripidi e rocciosi coteaux coltivati a vigneti e poi i frutteti nella parte pianeggiante con coltivazioni di ciliegi, alberi di albicocche e pesche a perdita d'occhio. I ciliegi e gli albicocchi sono carichi di frutti maturi, la tentazione di fermarsi e raccoglierli lungo la strada è forte. Troviamo un campo visibilmente abbandonato con un albero di ciliegie le cui fronde toccano per terra e ci buttiamo a capofitto, ne raccogliamo una borsata e ne mangiamo altrettante e ce ne freghiamo del mal di pancia che ne conseguirà, sono troppo buone e poi colte e mangiate è una soddisfazione immensa.
Quando rimontiamo in auto ci rendiamo conto che abbiamo le scarpe e i gambali dei pantaloni tutti schizzati di rosso ma ne valeva la pena.

Qua e là qualche romantica torre diroccata spunta fra i vigneti come quella di Arras, qualche castello, Châteaubourg, e chiesette romaniche. Arriviamo a Thornon sur Rhône dove c'è un bel centro storico e un imponente castello arroccato su uno sperone di roccia vicinissimo al fiume. Peccato per la trafficatissima nazionale che lo attraversa. Al di là del ponte pedonale si scorge Tain l'Ermitage e alle sue spalle  si staglia il profilo della collina dell'Hermitage, riconosco sulla sua sommità La Chapelle, immortalata in tante riviste e libri.
Château de Thornon

Tain e la sua collina dell'Hermitage

Ci rivolgiamo all'ufficio del turismo per trovare una sistemazione, sapevo già in partenza che tanti hotel erano al completo, ma non tutto si può visualizzare in internet. Infatti c'è ancora qualche stanza libera. Ci segnalano una chambre d'hôte, Côté Vignes, letteralmente ai piedi della collina dell'Hermitage. Non voglio vedere altro, si va lì!
E abbiamo una piacevolissima sorpresa, un villino delizioso e una signora sulla sessantina, Hélène, bella, elegante, cortese ci accoglie con garbo e da subito si dà un gran da fare per consigliarci luoghi da vedere, ristoranti, enoteche, cantine.  La nostra camera è un tripudio di trine, cuoricini, tutto in bianco e rosso/bordeaux, profumata di lavanda, non è proprio confacente al nostro gusto minimal ma ci diverte.
Il pomeriggio è caldo e afoso, tiriamo fuori magliette e bermuda, scarpine adatte e ci accingiamo ad arrampicarci per il sentiero che porta alla Chapelle. Però sbagliamo e proseguiamo in auto fino al belvedere, parcheggiamo e anzichè salire, scendiamo alla Chapelle fra migliaia di moscerini che mi scambiano probabilmente per un girasole a causa della mia t-shirt gialla!

La Chapelle

Che emozione passeggiare fra vigne leggendarie e farsi immortalare finalmente vicino alla mitica cappella dell'Hermitage. Secondo la leggenda, la collina fu scelta come eremo da Henri Gaspard de Sterinberg di ritorno dalle crociate. I Syrah dell'Hermitage o Ermitage sono famosi in tutto il mondo per la loro complessità aromatica e la grande mineralità ed eleganza, vini longevi che si esprimono  almeno a 8-10 anni dalla vendemmia ma che possono vivere molto a lungo.

Da Chapoutier (un colosso con vigneti in ogni denominazione del Rodano e di altre regioni francesi nonchè Australia e Portogallo) abbiamo assaggiato l'Hermitage Sizeranne 2007, ancora chiuso al naso, corposo in bocca, tannico e asciutto con un finale speziato lunghissimo
I miti inarrivabili da 200-300 euro alla bottiglia, Ermite, De l'Orée, Méal, Chante-Alouette, non sono in degustazione ma già al livello subito inferiore siamo sempre nell'eccellenza  e a prezzi abbordabili.
Decido di degustare solo alcuni rossi da Chapoutier, Crozes-Hermitage La petite Ruche 09, troppo potente e tannico - Crozes-Hermitage Les Meysonniers 08, più raffinato e aromatico, sarà il nostro acquisto, Saint Joseph Deschants 09, sotto tono rispetto a Barge, Côte Rôtie La Becasse 08, bel campione, Cornas Les Arènes 07, grande stoffa, pentitissima di non averlo preso, fanculo il trasloco, Hermitage Monier de la Sizeranne 07, un capolavoro a sole 49 euro!

Ressa alla Cave de Tain

Tentiamo altre cantine ma sono prese d'assalto, la Cave de Tain è impraticabile, altre non rispondono, metto il naso dentro il Domaine du Colombier che conoscevo grazie all'amico Claudio del ristorante In Vernice di Livorno, telefono ma niente da fare, peccato.

Cena a Le Quai, giovane e frizzante restaurant/bistrot con bella terrazza sul lungo fiume e vista sul ponte e oltre il ponte Thornon. Menu simpatico, piatti contemporanei un po' modaioli, piatti classici impeccabili. Gremitissimo, staff spiritoso, fanno un po' di casino nelle ordinazioni e questo è il là per ridere e attaccar bottone con una giovane coppia accanto a noi che, probabilmente dopo aver scolato una bottiglia intera, noi invece solo metà, erano piuttosto allegri, soprattutto il marito che si voleva complimentare per il mio francese invece mi dice "vous parlez très bien l'anglais" e io rispondo ovviamente "thank you" e giù a ridere.
Sono del posto, ci danno delle dritte che seguiremo, e noi gli diamo consigli e suggerimenti  per il loro auspicato viaggio in Toscana.

4 giugno : ANCORA HERMITAGE


Hélène ci regala un risveglio fantastico facendoci trovare una colazione coi fiocchi!
Spremuta fresca d'arance, yogurt con cereali al cioccolato di Valrhona (sarà una tappa della giornata) frutta fresca, due tipi di dolci fatti da lei naturalmente: un cake con frutta candita e un gâteau de Savoie, una torta soffice e friabile come non ne mangiavo da anni, diversi tipi di pane tostato e una scelta di marmellate, anche queste cela va sans dire fatte da lei,  da urlo: griottes (visciole o amarene), arance, fichi, pesche, pomodori verdi con scorze d'arancia e limone e una roba mai assaggiata: caramello al burro salato di cui chiedo immediatamente la ricetta che Hélène mi concede volentieri scrivendomela addirittura a mano! Non so se la farò mai: burro, panna e zucchero!!!
Ah, poi c'era anche del miele e si scusa che ha dimenticato il burro, non ce n'è bisogno, con tutta quella roba il burro proprio non ci serve!!
Dopo colazione la lasciamo a malincuore, il sabato le due stanze erano già prenotate, su sua segnalazione andiamo all'hôtel Le Castel, ancora un  2 stelle ma niente da invidiare ad un 3, belle camere spaziose, appena ristrutturato, anzi non ancora finito, servizio cortese, parcheggio, per sole 65 euro a camera, in pieno centro, vicino a Chapoutier!

Passeggiamo un po' lungo il fiume e poi andiamo a curiosare da Valrhona, per i connoisseurs del cioccolato non ha bisogno di presentazioni. Non siamo dei fanatici ma qualche assaggino ce lo concediamo, come si può non cedere alla tentazione? ogni scaffale propone diversi cru e cioccolatini assortiti e si possono assaggiare tutti!!

Stoicamente usciamo da Valrhona senza un pezzetto di cioccolato, si va verso l'estate, non è l'ideale e poi sempre con quella storia del trasloco....mannaggia, forse sarebbe stato meglio rimandare questo viaggio una volta  installati nella casa nuova!!!

Proseguiamo lungo il Rodano, attraverso Cornas, alla volta di  St Peray, e delle rovine della sua rocca abbarbicata su di un alto sperone roccioso con splendida vista sulla vallata. E' caldo e afoso, ci incamminiamo di malavoglia lungo il sentiero che conduce alla rocca, per fortuna è in mezzo alla vegetazione e quindi ben ombreggiato. Facciamo una sosta pic nic in una bella area attrezzata con vista mozzafiato della rocca e della vallata sottostante e assistiamo ad uno spettacolo veramente inconsueto: un pastore che addestra il cane a governare un branco di asini!! Il cane si impegna ma non ottiene il suo scopo, il pastore si arrabbia, lo sgrida e lui poverino riparte, di corsa dietro ai ciuchi!! Una roba indimenticabile......peccato avevo lasciato la macchina fotografica in auto...

Nel pomeriggio riusciamo a passare da due cantine: Domaine des Remizières, consigliataci dalla coppia conosciuta al ristorante la sera prima, purtroppo il Crozes-Hermitage  cuvée Christophe 09, bianco,  a cui ero interessata è già esaurito e il 2010 non ancora disponibile, mi accontento del rosso, sempre cuvée Christophe, molto potente e tannico, vino da tenere in cantina qualche anno ma non lo dico al consorte....
Facciamo un bel giro panoramico attorno alle colline di Crozes-Hermitage e approdiamo, nel bel mezzo di un temporale, da Fayolle a Gervans e lì trovo un piacevole Crozes-Hermitage blanc "Sens" 2010 un assemblaggio di Marsanne e Roussanne, degustiamo il prodotto superiore "Pontaix" che purtroppo è finito, ne fanno solo 900 bottiglie!!!
Rientriamo all'hotel stanchi ma soddisfatti con il nostro bottino di bottiglie.
Nonostante ci vengano consigliati diversi ristoranti come Umia, nel cuore dei vignobles in un edificio storico ma con arredi e cucina contemporanea di forte impostazione asiatica e Le Mangevins, informale e minuscolo bistrot, 100% francese, nel centro del paese, ritorniamo a Le Quai e assaggiamo un Crozes-Hermitage di Chapoutier, La Petite Ruche, niente male, prezzo giusto e già medito di tornarci la mattina successiva dal momento che il negozio-enoteca è intelligentemente aperto!!

5 giugno: RIENTRO

Niente Chapoutier. Sembra autunno, tempo uggioso, ci sono dei nuvoloni bassi sulle colline, immortaliamo il ponte e si parte.

Con 12 bottiglie soltanto ma con la certezza che la prossima Semaine Découverte con i miei amici fanatici non me la farò scappare!!


mercoledì 8 giugno 2011

LA VALLEE DU RHONE- VIGNETI SETTENTRIONALI (1a parte)

25 anni fa, esattamente il 1° giugno, è sbocciato l'amore fra la sottoscritta e colui che sarebbe diventato poi mio marito. E' uno dei nostri tanti anniversari, gli altri sono quando sono venuta in Toscana ed abbiamo iniziato a convivere, e un altro ancora  quando, dopo qualche anno, ci siamo sposati.
In altre parole, ogni scusa è buona per festeggiare.
Il 2 giugno è festa, quest'anno capitava un bel ponte lungo, potevamo liberarci, bisognava approfittare!
In estate ci dedichiamo principalmente alla nostra barchina ma il meteo non era propizio per una vacanza in barca, allora decidiamo di fare un viaggetto.
Da molto tempo rimandavamo la Vallée du Rhône, zona vinicola leggendaria. Abbiamo da poco acquistato l'auto nuova, andava inaugurata con un bel viaggio!! Una distanza ragguardevole fino lassù nel Rodano, 700 km Castiglioncello-Vienne ma che, con la nostra Audi-Quattro Allroad non ci spaventano. Decidiamo solo un paio di giorni prima della data fatidica, perchè fino all'ultimo stiamo alla finestra per via del meteo. Ho pochissimo tempo per organizzare tutto ma mi butto su internet e cerco.
Scopro che anche in Francia il 2 giugno è festa, solo che loro celebrano la Pentecoste, e fanno ovviamente il ponte, molte cantine comprese, soprattutto alcune che mi interessano. NON CI VOLEVA!!!!
Quasi quasi rinuncio e cambio destinazione, fatico a trovare hotel o b&b, le cantine mi rispondono picche oppure mi danno appuntamenti inconciliabili fra loro. UFFA!
Finalmente si decide di partire e io non posso fare le visite che vorrei? Ho una lista di cantine da visitare e vini da comperare fornita dagli amici appassionati, per non dire fanatici, che ogni due anni partecipano alla Semaine Découverte en Vallée du Rhône, una settimana di degustazioni a tappeto di tutte le denominazioni da Avignone a Vienne, a cui non ho mai avuto il coraggio di aggregarmi: les Vignobles Meridionaux, in cui spicca il celeberrimo Châteauneuf du Pape et les Vignobles Septentrioneaux, con il culmine, in ogni senso, sia da un punto di vista geografico che di classe dei vini, nell'Hermitage, Condrieu et Cote Rotie: veri santuari vinicoli per gli amanti di Syrah e Viognier oltre a Marsanne e Roussanne.
Alla fine decido di prendere quello che viene, male male mi infilo in un'enoteca giusta, senza vini non torno di sicuro anche se il consorte mi pone dei limiti per via del trasloco imminente, pena trasportarli tutti da sola nella nuova casa, compresi quelli che già dimorano nella nostra cantina!!!


1° giugno 2011: VIENNE
Direzione Vienne, via Torino e poi il tunnel del Fréjus dove all'uscita abbiamo la sorpresa di beccare una bella nevicata e il termometro segna -4°C! Per fortuna si scende velocemente e piano piano il tempo migliora e la temperatura risale ma arriviamo a Vienne con 11 gradi e vento forte! Dopo quasi 8 h di viaggio è piuttosto sconcertante.
L'hotellino che abbiamo prenotato è in centro, grazioso, nome altisonante Grand Hotel de La Poste per un  2 stelle, c'era poco da scegliere, ma gradevole, rinnovato di recente, il personale è squisito.
Il centro storico di Vienne è molto bello con edifici antichi e monumenti romani importanti come un tempio, un teatro, un arco e resti di mura. Belle chiesette romaniche, una in particolare con un suggestivo, minuscolo chiostro  in cui assistiamo a delle prove di una pièce teatrale con attori e musicisti.
Il lungo fiume non è bellissimo, è molto trafficato, però sulla rive droite c'è una romantica passeggiata ed una zona archeologica gallo-romana sorprendente, vastissima, con resti di strade e ville, terme, bellissimi mosaici e un interessantissimo museo.
Cena a Le Cloître, ovviamente vicino alla cattedrale. Bel locale, ambiente storico molto articolato con tante stanze tutte diverse una dall'altra. Cucina mediterranea di buon livello e ottimo rapporto qualità prezzo.
Primo approccio con il vino del Rodano, ci limitiamo ad un bicchiere a testa, Saint Joseph 09 Domaine Les chênes, blanc e rouge.
Prenoteremmo subito  per il giorno successivo, purtroppo è chiuso, al solito la sera della festa nelle città è magra per i turisti!!

2 giugno:  La Côte Rôtie, OUIIIIIII

Ampuis, passiamo attraverso il paese, un po' deludente, però poi ci inerpichiamo su per i mitici e vertiginosi coteaux della Côte Rôtie,  leggo fra i vigneti i nomi tanto agognati CHAPOUTIER, BARGE, GUIGAL e soffro perchè non posso visitarli, però ci sono, sono nel punto più famoso fra la Côte brune e la Côte blonde, in mezzo ai vigneti che producono i migliori syrah del mondo. Secondo la leggenda, un signore del luogo nel secolo XVI lasciò in eredità i suoi possedimenti alle due figlie, una bruna e una bionda dando origine alle denominazioni dei due terroir.
Dunque, non demordo, vedo la cantina di Barge, http://www.domainebarge.it/ ,che sarebbe stato disponibile il venerdì ma per noi scomodo, faccio un tentativo, mi rispondono positivamente per una degustazione, la cantina invece non si può visitare. Va bene lo stesso!
All'ingresso rimaniamo perplessi, sembra di entrare in un garage, arriva una signora, che si rivela essere Madame Barge, ci fa accomodare in una saletta dal gusto discutibile con un tavolo da degustazione dotato di tovaglia viola di stoffa protetta da un'altra tovaglia di plastica trasparente!
Pochi fronzoli, un minimo di convenevoli, i vini sono schierati sul tavolo e si parte con la degustazione.
Condrieu, Saint Joseph, Côte Rôtie 08 Le Colombard (vigneti più giovani e più verso il piano),  Côte Rôtie -Côte brune 08 (vigne più vecchie e in altura), Côte Rôtie Cuvée du plessy 08, 80% Côte blonde. I Côte Rôtie hanno una piccolissima percentuale di viognier, apprendo che in generale quelli della Côte brune sono più potenti, quelli della Côte blonde più fini.
Naso espressivo e potente i primi 3, frutto, speziatura e mineralità le caratteristiche comuni.
Côte brune e Cuvée du plessy più ritrosi al naso ma sorprendenti in bocca con finale lunghissimo.
E poi la ciliegina sulla torta: una jéroboam di Cuvée du plessy del 1994 che avevano aperto la sera prima per il compleanno della signora, quello che era rimasto era lì da offrire ai fortunati come noi che avrebbero bussato alla loro porta. Immortaliamo ovviamente il momento topico mentre madame mesce il prezioso nettare maneggiando con cautela il bottiglione per evitare un eventuale fondo.
Abituata alle degustazioni avevo professionalmente sputato tutti i vini precedenti ma un regalo simile non poteva morire in un crachoir (sputacchiera) a costo di avere bruciore di stomaco fino a sera perchè eravamo a metà pomeriggio quindi lontano dal pranzo, peraltro esiguo, e non c'erano né crackers né altro ad accompagnare la degustazione.
I profumi sono insoliti per la mia piccola esperienza ma so essere tipici di vini invecchiati che virano verso sentori di sottobosco, funghi, tartufi, in gergo infatti i francesi dicono “les vins qui truffent” cioè che acquisiscono un gusto di tartufo. Poi avvertivo come un sentore di grafite, di affumicato, di roccia, è il “terroir”, sono vini fortemente minerali. In bocca ancora questa mineralità spiccata supportata da un frutto ancora presente, struttura fine, elegante, i tannini ormai addomesticati e il finale speziato che sembra non volerti abbandonare e lo percepisco nel retronasale ancora dopo aver lasciato la cantina, messo i vini acquistati in auto ed essere ripartiti entusiasti per quell'estemporanea che non mi trattengo dal divulgare via sms agli amici che comprendono e che mi tirano gli accidenti come io li tiro a loro quando mi comunicano le loro scorribande enoiche.

Rientriamo a Vienne e per cena  ci viene consigliato, unico ristorante di buon livello aperto la sera di Pentecoste,  L'Espace Ph3, bistrot dell'hotel La pyramide, un relais et châteaux con un lussuoso ristorante gastronomico 2 stelle Michelin con portate fino a 70 euro. Ci accontentiamo del bistrot che  propone una carta ridotta a prezzi accettabili, con piatti di cucina contemporanea che mettono un po' in difficoltà la nostra scelta soprattutto in una sera in cui si ha bisogno di nutrirsi senza soffermarsi troppo sulla gastronomia. Esperienza comunque interessante:
Due insalate con asparagi bianchi, petto d'anatra affumicato e cipolle caramellate, salsa al miele speziato + una zuppa di pesce orientaleggiante con curry e bietole accompagnata da quinoa preparata come un taboulè, un nougat glassè con coulis di frutti rossi, acqua minerale = 59 € in due, siamo degli equilibristi!!

Continua......