Lasciamo Vienne e si parte alla volta dell'Hermitage percorrendo la riva destra, ripassiamo da Ampuis e raggiungiamo poi il regno del viognier: Condrieu. Nel cuore di Condrieu, Château Grillet, unica denominazione in Francia rappresentata da un solo produttore su 4 ettari piantati esclusivamente a viognier per un vino ovviamente introvabile!
A Chavannay, lungo la strada scorgo un cartello che annuncia la cantina di YVES CUILLERON, era nella mia lista ed è aperto! Dentro! Prima degustazione alle h 11 di mattina, si va di bianchi, il suo Condrieu Ayguets è famosissimo ma cerchiamo vini più facili, di pronta beva. I prezzi non sono poi così alti se si pensa alla preziosità di vini prodotti in quantità limitate, (l'AOC Condrieu conta appena 110 ettari) su terreni con pendenze fino al 60%, atterrazzati con muretti in pietra, alcuni risalenti all'epoca romana. Una viticoltura eroica e difficoltosa e una storia millenaria che si può comprare anche a sole 25 euro la bottiglia dell'ultimo millesimo in commercio Condrieu La Petite Côte!
Proseguiamo, i paesi non sono spettacolari ma di tanto in tanto si aprono begli scorci sul fiume, l'attrazione sono sempre i ripidi e rocciosi coteaux coltivati a vigneti e poi i frutteti nella parte pianeggiante con coltivazioni di ciliegi, alberi di albicocche e pesche a perdita d'occhio. I ciliegi e gli albicocchi sono carichi di frutti maturi, la tentazione di fermarsi e raccoglierli lungo la strada è forte. Troviamo un campo visibilmente abbandonato con un albero di ciliegie le cui fronde toccano per terra e ci buttiamo a capofitto, ne raccogliamo una borsata e ne mangiamo altrettante e ce ne freghiamo del mal di pancia che ne conseguirà, sono troppo buone e poi colte e mangiate è una soddisfazione immensa.
Quando rimontiamo in auto ci rendiamo conto che abbiamo le scarpe e i gambali dei pantaloni tutti schizzati di rosso ma ne valeva la pena.
Qua e là qualche romantica torre diroccata spunta fra i vigneti come quella di Arras, qualche castello, Châteaubourg, e chiesette romaniche. Arriviamo a Thornon sur Rhône dove c'è un bel centro storico e un imponente castello arroccato su uno sperone di roccia vicinissimo al fiume. Peccato per la trafficatissima nazionale che lo attraversa. Al di là del ponte pedonale si scorge Tain l'Ermitage e alle sue spalle si staglia il profilo della collina dell'Hermitage, riconosco sulla sua sommità La Chapelle, immortalata in tante riviste e libri.
Ci rivolgiamo all'ufficio del turismo per trovare una sistemazione, sapevo già in partenza che tanti hotel erano al completo, ma non tutto si può visualizzare in internet. Infatti c'è ancora qualche stanza libera. Ci segnalano una chambre d'hôte, Côté Vignes, letteralmente ai piedi della collina dell'Hermitage. Non voglio vedere altro, si va lì!
E abbiamo una piacevolissima sorpresa, un villino delizioso e una signora sulla sessantina, Hélène, bella, elegante, cortese ci accoglie con garbo e da subito si dà un gran da fare per consigliarci luoghi da vedere, ristoranti, enoteche, cantine. La nostra camera è un tripudio di trine, cuoricini, tutto in bianco e rosso/bordeaux, profumata di lavanda, non è proprio confacente al nostro gusto minimal ma ci diverte.
Il pomeriggio è caldo e afoso, tiriamo fuori magliette e bermuda, scarpine adatte e ci accingiamo ad arrampicarci per il sentiero che porta alla Chapelle. Però sbagliamo e proseguiamo in auto fino al belvedere, parcheggiamo e anzichè salire, scendiamo alla Chapelle fra migliaia di moscerini che mi scambiano probabilmente per un girasole a causa della mia t-shirt gialla!
Che emozione passeggiare fra vigne leggendarie e farsi immortalare finalmente vicino alla mitica cappella dell'Hermitage. Secondo la leggenda, la collina fu scelta come eremo da Henri Gaspard de Sterinberg di ritorno dalle crociate. I Syrah dell'Hermitage o Ermitage sono famosi in tutto il mondo per la loro complessità aromatica e la grande mineralità ed eleganza, vini longevi che si esprimono almeno a 8-10 anni dalla vendemmia ma che possono vivere molto a lungo.
Da Chapoutier (un colosso con vigneti in ogni denominazione del Rodano e di altre regioni francesi nonchè Australia e Portogallo) abbiamo assaggiato l'Hermitage Sizeranne 2007, ancora chiuso al naso, corposo in bocca, tannico e asciutto con un finale speziato lunghissimo
I miti inarrivabili da 200-300 euro alla bottiglia, Ermite, De l'Orée, Méal, Chante-Alouette, non sono in degustazione ma già al livello subito inferiore siamo sempre nell'eccellenza e a prezzi abbordabili.
Decido di degustare solo alcuni rossi da Chapoutier, Crozes-Hermitage La petite Ruche 09, troppo potente e tannico - Crozes-Hermitage Les Meysonniers 08, più raffinato e aromatico, sarà il nostro acquisto, Saint Joseph Deschants 09, sotto tono rispetto a Barge, Côte Rôtie La Becasse 08, bel campione, Cornas Les Arènes 07, grande stoffa, pentitissima di non averlo preso, fanculo il trasloco, Hermitage Monier de la Sizeranne 07, un capolavoro a sole 49 euro!
Tentiamo altre cantine ma sono prese d'assalto, la Cave de Tain è impraticabile, altre non rispondono, metto il naso dentro il Domaine du Colombier che conoscevo grazie all'amico Claudio del ristorante In Vernice di Livorno, telefono ma niente da fare, peccato.
Cena a Le Quai, giovane e frizzante restaurant/bistrot con bella terrazza sul lungo fiume e vista sul ponte e oltre il ponte Thornon. Menu simpatico, piatti contemporanei un po' modaioli, piatti classici impeccabili. Gremitissimo, staff spiritoso, fanno un po' di casino nelle ordinazioni e questo è il là per ridere e attaccar bottone con una giovane coppia accanto a noi che, probabilmente dopo aver scolato una bottiglia intera, noi invece solo metà, erano piuttosto allegri, soprattutto il marito che si voleva complimentare per il mio francese invece mi dice "vous parlez très bien l'anglais" e io rispondo ovviamente "thank you" e giù a ridere.
Sono del posto, ci danno delle dritte che seguiremo, e noi gli diamo consigli e suggerimenti per il loro auspicato viaggio in Toscana.
4 giugno : ANCORA HERMITAGE
Hélène ci regala un risveglio fantastico facendoci trovare una colazione coi fiocchi!
Spremuta fresca d'arance, yogurt con cereali al cioccolato di Valrhona (sarà una tappa della giornata) frutta fresca, due tipi di dolci fatti da lei naturalmente: un cake con frutta candita e un gâteau de Savoie, una torta soffice e friabile come non ne mangiavo da anni, diversi tipi di pane tostato e una scelta di marmellate, anche queste cela va sans dire fatte da lei, da urlo: griottes (visciole o amarene), arance, fichi, pesche, pomodori verdi con scorze d'arancia e limone e una roba mai assaggiata: caramello al burro salato di cui chiedo immediatamente la ricetta che Hélène mi concede volentieri scrivendomela addirittura a mano! Non so se la farò mai: burro, panna e zucchero!!!
Ah, poi c'era anche del miele e si scusa che ha dimenticato il burro, non ce n'è bisogno, con tutta quella roba il burro proprio non ci serve!!
Dopo colazione la lasciamo a malincuore, il sabato le due stanze erano già prenotate, su sua segnalazione andiamo all'hôtel Le Castel, ancora un 2 stelle ma niente da invidiare ad un 3, belle camere spaziose, appena ristrutturato, anzi non ancora finito, servizio cortese, parcheggio, per sole 65 euro a camera, in pieno centro, vicino a Chapoutier!
Passeggiamo un po' lungo il fiume e poi andiamo a curiosare da Valrhona, per i connoisseurs del cioccolato non ha bisogno di presentazioni. Non siamo dei fanatici ma qualche assaggino ce lo concediamo, come si può non cedere alla tentazione? ogni scaffale propone diversi cru e cioccolatini assortiti e si possono assaggiare tutti!!
Stoicamente usciamo da Valrhona senza un pezzetto di cioccolato, si va verso l'estate, non è l'ideale e poi sempre con quella storia del trasloco....mannaggia, forse sarebbe stato meglio rimandare questo viaggio una volta installati nella casa nuova!!!
Proseguiamo lungo il Rodano, attraverso Cornas, alla volta di St Peray, e delle rovine della sua rocca abbarbicata su di un alto sperone roccioso con splendida vista sulla vallata. E' caldo e afoso, ci incamminiamo di malavoglia lungo il sentiero che conduce alla rocca, per fortuna è in mezzo alla vegetazione e quindi ben ombreggiato. Facciamo una sosta pic nic in una bella area attrezzata con vista mozzafiato della rocca e della vallata sottostante e assistiamo ad uno spettacolo veramente inconsueto: un pastore che addestra il cane a governare un branco di asini!! Il cane si impegna ma non ottiene il suo scopo, il pastore si arrabbia, lo sgrida e lui poverino riparte, di corsa dietro ai ciuchi!! Una roba indimenticabile......peccato avevo lasciato la macchina fotografica in auto...
Nel pomeriggio riusciamo a passare da due cantine: Domaine des Remizières, consigliataci dalla coppia conosciuta al ristorante la sera prima, purtroppo il Crozes-Hermitage cuvée Christophe 09, bianco, a cui ero interessata è già esaurito e il 2010 non ancora disponibile, mi accontento del rosso, sempre cuvée Christophe, molto potente e tannico, vino da tenere in cantina qualche anno ma non lo dico al consorte....
Facciamo un bel giro panoramico attorno alle colline di Crozes-Hermitage e approdiamo, nel bel mezzo di un temporale, da Fayolle a Gervans e lì trovo un piacevole Crozes-Hermitage blanc "Sens" 2010 un assemblaggio di Marsanne e Roussanne, degustiamo il prodotto superiore "Pontaix" che purtroppo è finito, ne fanno solo 900 bottiglie!!!
Rientriamo all'hotel stanchi ma soddisfatti con il nostro bottino di bottiglie.
Nonostante ci vengano consigliati diversi ristoranti come Umia, nel cuore dei vignobles in un edificio storico ma con arredi e cucina contemporanea di forte impostazione asiatica e Le Mangevins, informale e minuscolo bistrot, 100% francese, nel centro del paese, ritorniamo a Le Quai e assaggiamo un Crozes-Hermitage di Chapoutier, La Petite Ruche, niente male, prezzo giusto e già medito di tornarci la mattina successiva dal momento che il negozio-enoteca è intelligentemente aperto!!
5 giugno: RIENTRO
Niente Chapoutier. Sembra autunno, tempo uggioso, ci sono dei nuvoloni bassi sulle colline, immortaliamo il ponte e si parte.
Dopo colazione la lasciamo a malincuore, il sabato le due stanze erano già prenotate, su sua segnalazione andiamo all'hôtel Le Castel, ancora un 2 stelle ma niente da invidiare ad un 3, belle camere spaziose, appena ristrutturato, anzi non ancora finito, servizio cortese, parcheggio, per sole 65 euro a camera, in pieno centro, vicino a Chapoutier!
Passeggiamo un po' lungo il fiume e poi andiamo a curiosare da Valrhona, per i connoisseurs del cioccolato non ha bisogno di presentazioni. Non siamo dei fanatici ma qualche assaggino ce lo concediamo, come si può non cedere alla tentazione? ogni scaffale propone diversi cru e cioccolatini assortiti e si possono assaggiare tutti!!
Stoicamente usciamo da Valrhona senza un pezzetto di cioccolato, si va verso l'estate, non è l'ideale e poi sempre con quella storia del trasloco....mannaggia, forse sarebbe stato meglio rimandare questo viaggio una volta installati nella casa nuova!!!
Proseguiamo lungo il Rodano, attraverso Cornas, alla volta di St Peray, e delle rovine della sua rocca abbarbicata su di un alto sperone roccioso con splendida vista sulla vallata. E' caldo e afoso, ci incamminiamo di malavoglia lungo il sentiero che conduce alla rocca, per fortuna è in mezzo alla vegetazione e quindi ben ombreggiato. Facciamo una sosta pic nic in una bella area attrezzata con vista mozzafiato della rocca e della vallata sottostante e assistiamo ad uno spettacolo veramente inconsueto: un pastore che addestra il cane a governare un branco di asini!! Il cane si impegna ma non ottiene il suo scopo, il pastore si arrabbia, lo sgrida e lui poverino riparte, di corsa dietro ai ciuchi!! Una roba indimenticabile......peccato avevo lasciato la macchina fotografica in auto...
Nel pomeriggio riusciamo a passare da due cantine: Domaine des Remizières, consigliataci dalla coppia conosciuta al ristorante la sera prima, purtroppo il Crozes-Hermitage cuvée Christophe 09, bianco, a cui ero interessata è già esaurito e il 2010 non ancora disponibile, mi accontento del rosso, sempre cuvée Christophe, molto potente e tannico, vino da tenere in cantina qualche anno ma non lo dico al consorte....
Facciamo un bel giro panoramico attorno alle colline di Crozes-Hermitage e approdiamo, nel bel mezzo di un temporale, da Fayolle a Gervans e lì trovo un piacevole Crozes-Hermitage blanc "Sens" 2010 un assemblaggio di Marsanne e Roussanne, degustiamo il prodotto superiore "Pontaix" che purtroppo è finito, ne fanno solo 900 bottiglie!!!
Rientriamo all'hotel stanchi ma soddisfatti con il nostro bottino di bottiglie.
Nonostante ci vengano consigliati diversi ristoranti come Umia, nel cuore dei vignobles in un edificio storico ma con arredi e cucina contemporanea di forte impostazione asiatica e Le Mangevins, informale e minuscolo bistrot, 100% francese, nel centro del paese, ritorniamo a Le Quai e assaggiamo un Crozes-Hermitage di Chapoutier, La Petite Ruche, niente male, prezzo giusto e già medito di tornarci la mattina successiva dal momento che il negozio-enoteca è intelligentemente aperto!!
5 giugno: RIENTRO
Niente Chapoutier. Sembra autunno, tempo uggioso, ci sono dei nuvoloni bassi sulle colline, immortaliamo il ponte e si parte.
Con 12 bottiglie soltanto ma con la certezza che la prossima Semaine Découverte con i miei amici fanatici non me la farò scappare!!