giovedì 27 maggio 2021

RISOTTO PEAS & LOVE & VINTAGE

 

Eccoci all'appuntamento settimanale col risotto del venerdì! Ormai sta diventando un tormentone, un piacevole tormentone, almeno per la sottoscritta, ma spero anche per chi legge.

Come scrivevo nel post precedente, tema chiama tema, mi sto divertendo un mondo a seguire questo filone, a farmi trasportare dall'ispirazione collegando i vari temi in modo consequenziale. Ecco dunque che dal RISOTTO FIGLI DEI FIORI, si arriva inevitabilmente a PEAS & LOVE. Ovviamente è un simpatico gioco di parole fra peace e peas, pace e piselli in inglese. Quindi piselli a gogo ma anche tanto amore e io ho aggiunto pure il vintage, visto che l'avevo saltato a favore della carbonara.


Ho pensato infatti di ispirarmi ad un piatto che sicuramente tutti hanno mangiato da piccoli: pasta con piselli, panna e prosciutto. Ma quanto era buona?  Ho semplicemente sostituito la pasta col risotto, ho aggiunto un tocco di tartufo per aromatizzare la stracciatella, usata al posto della panna per mantecare, il prosciutto cotto l'ho messo a striscioline sopra al risotto e infine ho decorato con fiorellini di piselli selvatici che sono buoni oltre che belli. Anche il piatto da portata è vintage, che altro? Peas and love a tutti!!!

RISOTTO PEASE & LOVE & VINTAGE

 Risotto con piselli alla menta e basilico, stracciatella al tartufo nero, prosciutto cotto, fiori di piselli selvatici 


160 g di riso Carnaroli  
100 g di piselli freschi
30 g di cipolla bionda o scalogno
qualche fogliolina di menta e basilico
60-80 g di stracciatella di burrata
1/2 bicchiere di vino bianco secco
1 cucchiaio di olio o burro al tartufo nero 
1 noce di burro
parmigiano reggiano grattugiato qb
brodo vegetale qb
sale fino qb
1/2 fette di prosciutto cotto artigianale
fiori e germogli di piselli selvatici

In una padella antiaderente, fate rosolare dolcemente la cipolla con il burro e 2-3 foglie di menta e basilico, unite i piselli, bagnate con un poco di brodo e fate andare 5'
In un'altra casseruola tostate il riso a secco, sfumate con un po' di vino bianco, salate un pochino, aggiungete un po' di brodo di verdura e infine unite anche i piselli con la cipolla e le erbe. Portate a cottura aggiungendo brodo man mano. Spegnete a 2-3' dalla fine della cottura. Fate riposare un minutino. Mantecate vigorosamente con la stracciatella e due cucchiaiate di parmigiano reggiano. Altro riposo di un paio di minuti coperto, infine impiattate. Completate con striscioline di prosciutto cotto, fiori di piselli selvatici, foglioline di menta e basilico

venerdì 14 maggio 2021

RISOTTO SPEZIATO AI CARCIOFI E MAZZANCOLLE

 

Le spezie non mancano mai nella mia dispensa. Mi piacciono, le studio, ne uso tante e ogni volta che mi capita di scoprirne una nuova è una vera festa!! Spesso però mi faccio prendere la mano, le acquisto ovunque e poi magari stazionano inutilizzate anche per anni nella credenza e le riscopro quando mi prendono le manie di sfoltimento e pulizia!! 

Come le erbe aromatiche, uso le spezie con criterio e non mi piace fare troppi mescoloni, soprattutto con spezie importanti e molto caratterizzanti come cannella, chiodi di garofano, anice, cumino, cerco di renderle protagoniste o studio accuratamente gli abbinamenti.

Per questo risotto, secondo il tema odierno del Clan del risotto del venerdì, che sono ovviamente le spezie, potevo percorrere varie strade, alcune consolidate, altre sperimentali, inutile dire quale ho scelto!! Normalmente propendo per spezie fresche, agrumate, erbacee, piccanti più che calde e tendenti al dolce. Questa volta mi sono fissata sull'uso di spezie, normalmente dedicate alle preparazioni dolci ma che funzionano anche col salato, sia carne che pesce o verdure. 

Memore di un piatto assaggiato anni fa in Sardegna: seppie e carciofi alla vaniglia, scelgo la vaniglia, vista usare anche da chef illustri in varie preparazioni. La vaniglia dona sfumature deliziose a molti vegetali, è molto usata nella cucina messicana, per esempio, in abbinamento al pomodoro di cui stempera l'acidità. Dalle seppie poi passo ai crostacei e non posso fare a meno di pensare all'anice stellato che va a nozze con gli stessi, sempre in base ad esperienze dirette di assaggi e anche di approfondimenti e di studio, vedi le linguine all'aragosta con approccio quasi scientifico del nostro compianto Doc ai tempi delle sfide Mtchallenge. In sintesi, per le sue componenti chimiche e aromatiche, si combina con le stesse dei crostacei esaltandone la dolcezza e contrastandone eventuali note sgradevoli solforose.  

L'insieme tendeva  decisamente al dolce, nonostante l'apporto fresco e vegetale dei carciofi. Per non proporre la solita grattugiata di scorza di limone o lime, ho aggiunto le scorze di limone nella bisque di gamberi e poi ho completato il tutto con una bella graffiata piccante aromatica grazie al pepe di Sichuan, agrumato  e pepe vanigliato del Borneo, molto piccante e profumatissimo, fa quasi le veci del peperoncino.  Il risultato è stato un risotto sontuoso e anche laborioso nella preparazione. Fondamentale la nota agrumata piccante altrimenti rischia di essere stucchevole. 

Volete scoprire come si prepara questo RISOTTO SPEZIATO AI CARCIOFI E MAZZANCOLLE?


Ingredienti per 2 persone


150 g di riso Carnaroli Dop Baraggia e Vercelli
10 mazzancolle freschissime
2 carciofi morelli toscani
acqua qb, ghiaccio qb
1 foglia di alloro, 1 piccola stella di anice, 0,3 g di semi di vaniglia, pepe di Sechuan, pepe vanigliato del Borneo, basilico fresco qb
burro 25/30 g 
cipolla bionda o scalogno 30 g
1 limone non trattato
1 bicchiere di champagne o spumante meglio se blanc de blanc brut (delicato e morbido) 
(xanatana in polvere o altro addensante neutro, se necessario)
olio evo, panna vegetale, sale fino qb
salsa worchester, salsa teryiaki, aglio in polvere

Cuocere i carciofi in padella o al microonde. Frullarli con un po' d'acqua, una cucchiaiata di panna, una di olio evo, qualche foglia di basilico fresco e i semini di vaniglia. Aggiungere l'acqua poco alla volta, bisogna ottenere una bella purea densa. Passare al setaccio per eliminare tutte le fibre, regolare di sale e pepe vanigliato. Far riposare almeno un'ora in frigorifero. 

Decorticare le mazzancolle, mantenendone un paio con testa e coda attaccate, togliere solo il carapace nella parte centrale. Eliminare il budellino nero dai crostacei. Eliminare gli occhi dalle teste, metterle insieme a tutti i gusci e code in un pentolino antiaderente. Farli tostare bene senza grassi con una foglia di alloro e la stella di anice, qualche scorza di limone, quando cambiano colore e iniziano a sprigionare tutto il loro aroma, unire qualche scorza di limone e coprirli con del ghiaccio. Far sciogliere tutto il ghiaccio e poi lasciar sobbollire dolcemente per circa mezzora, unendo altra acqua se dovesse restringersi troppo. Eliminare infine la foglia di alloro e l'anice stellato. Passare tutto al passaverdura, raccogliere la purea e il succo, trasferirla nello stesso pentolino ripulito dai resti e far restringere ed addensare a fuoco dolce. Unire eventualmente un pochino di  xantana in polvere per addensare, nel caso dovesse essere troppo brodosa e già concentrata di sapore. Regolare di sale

Mettere le mazzancole interamente sgusciate e le due semi-sgusciate a marinare per circa un'ora con una spruzzata di salsa Worchester,  salsa Teryiaki, polvere d'aglio e scorze di limone 

Avviare il risotto facendo tostare il riso a secco, salare, sfumare con lo champagne, unire la cipolla tritata finissime e fatta sudare con olio e alloro a parte. Portare a cottura unendo poco alla volta dell'acqua bollente. A circa 4 minuti dalla fine, inserire 2-3 cucchiaiate di crema di carciofi (tolta dal frigorifero almeno 30 ' prima). Lasciar insaporire per un minuto. Spegnere. Togliere dal fuoco e far riposare un paio di minuti coprendo con un canovaccio.  Mentre il risotto riposa spadellare le mazzancolle sgusciate tagliate a tocchetti e le mazzancolle semi-sgusciate intere. Devono tostare a fuoco vivo pochi secondi per lato, devono appena imbrunire in superficie ma all'interno devono rimanere quasi crude. 

Mantecare il risotto con il burro ben ghiacciato. Impattare, disporre sulla superficie  i bocconcini di mazzancolle e una mazzancolla semi-sgusciata a persona. Irrorare  con la bisque e spolverare con pepe vanigliato del Borneo e pepe di Sechuan e sentirete che aromi meravigliosi si sprigioneranno dal vostro risotto!!

Accompagnare rigorosamente con lo stesso champagne o spumante usato in cottura!!

mercoledì 12 maggio 2021

LE FOLLIE DI CARLO GIUSTI

 


Ma siamo sicuri che siano follie quelle di Carlo Giusti? Per me è puro genio! E non credo di essere la sola a sostenerlo..

Ho avuto il piacere di conoscere ed ascoltare questo singolare allevatore/agricoltore "sognatore", come lui stesso si definisce, in occasione di un'entusiasmante giornata di presentazione della sua azienda, La Vallata di Lajatico, Pisa. Un'azienda naturalistica che conduce con tutta la famiglia, nel mondo della ristorazione toscana da quattro generazioni ed ora, grazie al nuovo progetto, anche nell'ospitalità, viticoltura, agricoltura ed allevamento. Sono ben 500 gli ettari della proprietà che si snodano in un ambiente naturale meraviglioso fra colline e vallate a pochi chilometri a nord ovest di Volterra, dove  pascoli e boschi incontaminati ospitano e nutrono animali felici. 




Carlo Giusti, enologo, agronomo e biologo, proviene dal mondo del vino, ha lavorato come consulente soprattutto in Italia e in Sud America.   E' stato  fra i pionieri della biodinamica applicata all'enologia, andando a scuola direttamente dal suo principale esponente, il mitico Nicolas Joly. 
Poco più di una ventina d'anni fa inizia il suo progetto di allevamento di razze quasi estinte o non valorizzate, forte delle esperienze maturate in varie parti del mondo, elaborando la sua filosofia di allevamento "etico". Un concetto che racchiude molti concetti, dal biologico al biodinamico all'ecosostenibile e che richiama anche concetti legati alla produzione vinicola, come il "terroir". Come per i vitigni, anche per le razze animali, si ricerca la migliore espressione legata al territorio, alla cultura del luogo e alla sapienza dell'uomo che interagisce con la natura, integrandone la spontaneità con tecniche e colture,  in un quadro "etico", ovvero di rispetto della stessa,  per il benessere dell'animale che si traduce in salubrità delle sue carni ed infine in  benessere per l'uomo che se ne ciba. Il suo modello  di allevamento è stato adottato a livello europeo come pilota per altri paesi. 
 
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Si possono gustare le carni provenienti dagli allevamenti dell'azienda La Vallata direttamente in tenuta, nel ristorante classico, dedicato anche alle cerimonie, condotto dalla mamma, bravissima cuoca  e in quello più informale, "Il Tuscany" in stile bottega con degustazione dei prodotti in vendita con schiacce, panini, taglieri, pizze ma soprattutto hot dog di cintale e hamburger di  Angus e Chianina e grigliate di tutte le carni prodotte dalla fattoria. 

Ma è alla norcineria che Carlo si appassiona con grande entusiasmo e meticolosità e dopo anni di sperimentazioni elabora  prodotti singolari e unici, andando anche contro corrente rispetto alle mode o introducendo tecniche rivoluzionarie fino a farsi dare del folle! Definizione di cui è quasi orgoglioso e che è diventato il suo brand: Le follie di Carlo Giusti
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IL PROSCIUTTO DI PICCIONE
Il racconto di Carlo parte dal piccione, pennuto dalla carne nobile e difficile, col quale amano misurarsi molti chef. Da sempre affascinato dal piccione viaggiatore,  studiandone l'anatomia e le peculiarità, decide di incrociare quelli da carne con quelli viaggiatori; li lascia liberi di volare tra le colline della vasta tenuta cosi si alimentano con nutrienti controllati ma in libertà.. Da sottolineare che questo tipo di allevamento è UNICO AL MONDO, così come i prodotti che ne derivano! 
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Quando i piccioni raggiungono l'età adulta, le carni hanno sviluppato un valore proteico importante che sarà necessario per la produzione del suo prosciutto. La salagione di queste carni magre avviene per osmosi inversa, attraverso cioè una camicia di erbe che permette l'assorbimento del sale. La marinatura ha luogo in vasche esauste di marmo che avevano ospitato lardo di Colonnata. Una volta al  mese, per 5-6 mesi gli strati di carne ed erbe e sale vengono invertiti. Dopo 6 mesi il prosciutto è pronto. La stagionatura prosegue  per due anni e si ottiene la "bottarga" di piccione che viene proprio grattugiata come una bottarga e  infine, a quattro anni di stagionatura, la bottarga viene polverizzata e diventa il "nettare" di piccione che mescolato a polline di sulla dà origine ad un prodotto sconvolgente che chef del calibro dei fratelli Alajmo hanno usato persino in pasticceria!!

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IL GALLO NERO DEL VAL D'ARNO 
Risale al '92 il progetto di recupero e rivalutazione di questa razza storica e antichissima del Val D'Arno, lo stesso gallo della famosa leggenda rinascimentale, che poi è stato adottato come simbolo del consorzio del Chianti Gallo Nero. Un gallo difficile da allevare, ci spiega Carlo Giusti, frugale, rissoso, che necessita di ampi spazi aperti ed ha una crescita lenta, pertanto poco economico. Non potendo proporre piatti a base di gallo nero al prezzo di un foie gras, la soluzione scelta dall'allevatore in collaborazione con amici norcini,  per valorizzarne le carni, è quella di produrre salumi molto particolari e preziosi,  così come paté e sughi in vasetto.  


IL CINTALE BRADO
Il "cintale" è un incrocio nato casualmente tra cinta senese e cinghiale e in seguito selezionato, che offre carni con il gusto della cinta e la magrezza del selvatico.
I "cintali" vengono allevati in vasti spazi aperti, alimentati con cereali, erbe, ortaggi e frutta coltivati a rotazione dall'azienda, che oltre a nutrire gli animali, forniscono anche importanti difese naturali come per esempio sedano e porri che sono validi vermifughi per gli animali allo stato brado. 
Con una tale materia prima, il Giusti va a nozze nell'elaborare salumi ma non si accontenta, non si affida alla norcineria classica toscana che produce salumi troppo sapidi e speziati, vuole ricercare il perfetto equilibrio tra grassezza e sapidità per sottolineare il sapore intrinseco e l'eccellenza della materia prima, come nei vini. Nella produzione dei salumi di cintale Carlo smonta i classici concetti norcini ed applica le sue conoscenze di biologo ed enologo. Sperimenta infatti una criomacerazione carbonica a freddo delle carni per scomporne gli elementi grassi e magri che poi vengono ricomposti nei salumi utlizzando anche lardo, magari già  stagionato,  di altri animali. Rivoluzionario!! 


BLACK ANGUS E CHIANINA
Sono le due razze bovine allevate alla Vallata. La Chianina perché tradizionalmente è considerata la regina della Toscana! Forse troppo sfruttata a livello di nome e di marketing e sopravvalutata, sostiene Carlo, ma non ci si può esimere.  Le carni delle loro Chianine vengono utilizzate sia  in cucina che per la realizzazione di salumi. 
Alla Chianina, Carlo preferisce l'Angus che ha imparato a conoscere ed apprezzare in Argentina dove ha potuto vedere ed apprendere il culto dei caballeros per l'animale. Allevato in biologico da 15 anni, l'angus è molto adatto all'allevamento brado e facile da gestire nella visione di allevamento etico (dorme persino all'aperto, nel bosco, non ha bisogno di coperture) . La sublimazione dell'angus si svela a tavola, quando compare il sushi di toro ovvero carne cruda di toro, che nessuno valorizza, marinata e condita con spezie ed erbe. 

PECORA GARFAGNINA BIANCA
Una pecora di ceppo appenninico che si nutre, oltre che di erba, anche di rovi e arbusti, come le capre e quindi  funge da "taglia siepe" lungo i fossi, naturale ed ecologico. Ne derivano carni dal gusto elegante con le quali viene prodotta la cosiddetta SALAMELLA DI PECORA ESTINTA con lardo di groppa, insaccata in budello di montone. Purtroppo questa non era disponibile durante la degustazione a cui ho partecipato ma già la carrellata che segue rende l'idea dell'eccezionalità di questi prodotti!!
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In Azienda ci sono anche delle capre apuane, che sono ancora oggetto di studio, degli asini biondi che con il loro ragliare fanno da guardia e tengono lontani i lupi. Ho visto anche dei pony e uno struzzo. Inoltre la passione di Carlo per i pennuti ora si sta rivolgendo anche a pernici, starne e coturnici..

LA DEGUSTAZIONE


Si parte con il tanto atteso prosciutto di piccione, la bottarga e il nettare e polline accompagnati da mostarda di arancia. Il prosciutto è molto elegante, asciutto, saporito ma bilanciato. Impeccabile. La bottarga una rivelazione. Il nettare mescolato al polline difficile da capire, a mio gusto il polline è un po' invadente ma nel piatto finito che arriverà a fine degustazione trova il suo equilibrio. 


La delicata e morbida pralina di mortadella di gallo nero glassata con latte di mandorle è il delizioso preludio alla degustazione di elaborati di gallo nero


Crostino con rigaglie e fegatino di gallo nero, fetta di mortadella di gallo, pralina di fegato e uvetta di corinto, avvolte nel cacao - pralina di fegato cioccolato e mandorle siciliane, crocchetta di gallo nero in crosta di pane nero, sigaro ( o wurstel) di gallo nero in budello di montone.  Tutto al top, forse un po' sotto tono la crocchetta ma perché tutto il resto è sconvolgente!! 

il  "tegamino" con pane e focaccia e il vino di casa dal nome ironico e spiritoso : Poggiomatto! Gradevole blend tradizionale toscano di Sangiovese, Colorino e Canaiolo. 


La degustazione del cintale brado : nella ciotolina il sigaro di cintale, a destra la "sbriciolona" (una sorta di finocchiona) ottenuta con la tecnica della criomacerazione carbonica in vino chardonnay, nei cucchiaini una lussuriosa spuma di "bazza", la mortadellina, le crocchette alla mela verde e ortiche e il soffice di groppa, nello stile dei prosciutti di spalla piacentini ma con il gusto del cintale!! Notevole!

Si passa alla Chianina, il gusto più conosciuto ma con l'impronta della Vallata di Lajatico per una serie divertente di assaggi delle sue carni, sia al naturale che elaborate 

La  meravigliosa pralina di fegato al centro, ricoperta con glassa all'amarena, un vero bon bon! Poi si riconoscono nella foto l'ottima tartarina al naturale e due pezzi di tagliata, in entrambe si sente la qualità della carne e la sua pulizia. Un arrosticino,  un sigaro, un burger mignon, un salame e una mortadellina. Tutto Chianina, avete letto bene!! 

Ed ecco che arriva l'ora dell'Angus, tanto amato da Carlo e molto apprezzato anche da noi commensali. Carne meravigliosa, scioglievole, morbida, saporita anche nuda e cruda o appena condita con delicatezza. Bellissima la presentazione della tartare con un coreografico gioco di carpacci di frutta. Tenero e gustoso il sushi di Toro ,ovvero  la quenelle di carne di toro Angus, marinato a secco con erbe e spezie e infine condito con polvere d'aglio, paprica, carote e prezzemolo e nappato con crema di burrata e olive nere. Infine anche col fegato di Angus viene composta una deliziosa pralina con il tocco dolce dei fichi e le inseparabili noci. Tutto perfettamente calibrato!


Pensavamo fosse finita, invece arrivano anche tre assaggi di primi piatti per valutare l'utilizzo della bottarga e del nettare di piccione in piatti cucinati. Inutile dire che mi si sono subito accese delle lampadine e  già pensavo a come usare la bottarga che ho subito ordinato e comperato, insieme ad altri prodotti naturalmente!! 

Tagliolino fresco all'uovo, burro di grande qualità, grattuggiata generosa di bottarga di piccione e striscioline di prosciutto di piccione. Da ola!! Mi entusiasma di meno il bottone di pasta fresca alla camomilla con nettare di piccione e polline ma soprende l'equilibrio, al di là del gusto personale  che invece si infiamma per i maltagliati al sugaccio di gallo nero con un tocco delicato di tartufo nero, che arrivano praticamente come dessert e nonostante fossero già le quattro passate di pomeriggio e il mio stomaco fosse al limite, non mi vergogno a dire che me li sono pappati interamente!!!  

Pur non finendo tutti i piatti, è stata una degustazione impegnativa  ma non ho avuto problemi di arsura con tutti quei salumi né difficoltà digestive, a riprova di quanto anticipato dall'allevatore norcino a proposito del bilanciamento del sale nei suoi salumi e dalla delicatezza della cucina. Prova provata, direi! 
Non vedo l'ora di sperimentare in cucina i prodotti che ho acquistato....

Il nobile pennuto

Una piccola selezione dei prodotti in vasetto


E la foto ricordo con l'eclettico Carlo Giusti

Un sentito grazie per l'invito e complimenti a tutto lo staff de La Vallata Lajatico  per l'eccellente organizzazione della straordinaria esperienza offerta! 
Ad maiora!

* foto contrassegnate con asterisco tratte dal sito de La Vallata e Le Follie di Carlo Giusti

venerdì 7 maggio 2021

RISOTTO VEGANO ALL' AVOCADO MANDORLE E LIME

 

Per due venerdì consecutivi mi sono focalizzata sulla carbonara, che era uno dei temi  per il nostro CLAN DEL RISOTTO DEL VENERDI' FB

Prima ho fatto una carbonara di mare con uova di pesce sia fresche che conservate, poi ho fatto anche la carbonara classica con tutti gli ingredienti canonici, senza troppi stravolgimenti ma con la gestione della salsa carbonara cbt come avevo già sperimentato qui . Non ho avuto tempo di metterla sul blog, l'ho postata solo su fb e ig: riso Igp Vialone nano tostato a secco, cotto con acqua, mantecato con salsa carbonara cbt e guanciale rosolato a parte. Cialda di pecorino e parmigiano con pepe nero Kampot e pepe di Schuan per un tocco aromatico prezioso. Tutto qui. Semplice classica bontà che funziona anche col risotto.

Dalla carbonara al vegano c'è un bel salto!! Siamo letteralmente agli antipodi! Eh sì, mi è venuto spontaneo, per contrastare tutto il colesterolo che abbiamo ingurgitato, ci volevo qualcosa di più sobrio e soprattutto senza grassi animali. Ma anche per provare cose nuove, per approfondire argomenti a volte spinosi, per aprire i propri orizzonti. Quindi, a questo giro 'O FAMO VEGANO!

Ammetto che, essendo onnivora,  ho riso anch'io di certe vignette che circolano sui vegani. Non amo gli estremismi ma comprendo il valore etico ed ecologico della scelta vegana che oltre alla dieta alimentare si estende ad un vero stile di vita.  Anche se non mangiare pesce e carne e prodotti di derivazione animale non è la panacea per la salvezza del pianeta, esistono anche allevamenti e pesca sostenibili ed etici. Inoltre, mi fanno un po' sorridere le imitazioni di prodotti tipicamente di provenienza animale, tipo insaccati  e formaggi.  Devo ammettere però, che dopo aver assaggiato un "fermentino" così si chiama il formaggio vegano, sono rimasta piacevolmente sorpresa!!  

Ho fatto un po' di ricerche on line e poi ho visitato il negozio bio Natura sì, dove si trovano molti prodotti vegani e mi sono divertita a provare qualcosina di nuovo. Uso già da tempo, dovendo limitare i latticini,  prodotti alternativi come latti e derivati di soia, riso, mandorla, cocco.  Il tofu, però, non mi avrà mai, ci ho provato ma non ce la faccio proprio!! Le proteine di soia disidratate, invece,  si  consumavano già nella mia famiglia verso la fine degli anni '70,  quando mio padre, per problemi di salute,  doveva seguire una dieta senza carne e grassi animali e con lui eravamo a dieta tutti :-) 

La dieta vegana ha un solo grosso problema: la carenza di alcuni importanti nutrienti che sono presenti soltanto nel mondo animale come la vitamina b12,  che deve essere introdotta per mezzo di integratori. Quindi bisogna fare molta attenzione quando si decide di seguire un nuovo regime alimentare,  è pericoloso improvvisare, è assolutamente necessario  approfondire la materia ed eventualmente rivolgersi ad un nutrizionista

Per questo risotto,  ho giocato con ingredienti considerati nutraceutici come l'avocado che consumo spesso a colazione, mi faccio una sorta di smoothie con latte di mandorle, cacao, cannella, poi ci metto tanti semi, fiocchi di cereali e frutta secca e ottengo una colazione molto energetica e ricca di sali mineriali, fibre e vitamine. Ho abbinato  l'avocado ad ingredienti freschi e agrumati (quasi un guacamole), ho aggiunto semi e frutta secca e lievito alimentare, che non avevo mai provato prima ma  che ho deciso subito di adottare a mo' di parmigiano grattugiato (ecco, alla fine si casca sempre sui surrogati, è una definizione di comodo effettivamente..). 

Insomma, ne è uscito un risotto piacevole e divertente,  dal gusto fresco ma sfaccettato, cremoso al naturale, senza troppi grassi, solo un poco di olio extravergine d'oliva. 


Ingredienti per 2 persone


150 g di riso Arborio Igp Delta del Po
brodo vegetale qb
1 cucchiaio di miso di riso in polvere
30 g di cipolla bionda
2 cucchiai di olio evo dal gusto fruttato
3 cucchiaiate di crema di avocado*
2 cucchiaiate di mix di lievito a scaglie/mandorle/semi di sesamo**
la parte verde di due cipollotti
scorza di lime bio 
peperoncino bio in fiocchi Scotch Bonnet Peperita (facoltativo ma raccomandato)
paprica affumicata in polvere (facoltativo)
semi di girasole
foglioline di menta e basilico per guarnire

* per la crema di avocado
160 g di polpa di avocado ben maturo (1 avocado medio)
40 ml di latte di mandorla non zuccherato, meglio se autoprodotto
30 ml di olio evo dal gusto fruttato
10 ml ca di succo di lime 
1/4 di spicchietto d'aglio  (1  g)
3-4 foglie di menta + 2-3 foglie di basilico
un pizzico di sale fino 
Mettete tutti gli ingredienti nel bicchiere del frullatore ad immersione e frullate fino ad ottenere una bella crema consistente. Assaggiate, regolate a piacere con lime e sale. Mettete in frigo, coperto con pellicola, fino all'utilizzo.

** mescolate 3 parti di mandorle pelate ridotte quasi in polvere con 1 parte di lievito alimentare in scaglie ben  sminuzzato, 1 parte di semi di sesamo bianco tostati e un pizzicotto di sale fino. 

Avviate il risotto tostando a secco il riso. A parte rosolate dolcemente la cipolla tritata finissima con l'olio. Salate un pochino il riso. Aggiungete la cipolla con il suo olio, fate insaporire, unite subito un bel mestolo di brodo in cui avrete sciolto anche il miso. Portate a cottura unendo il brodo poco alla volta.
Spegnete ad un paio di minuti dalla fine lasciando il riso ben all'onda ma non eccessivamente bagnato. Togliete dal fuoco, fate riposare un minuto o due, coprendo con un canovaccio. Infine mantecate con 3 cucchiaiate di crema di avocado e due di mix di lievito e mandorle. Assaggiate ancora, regolate di sale. Coprite e fate riposare ancora un minuto o due. 
Impiattate, cospargete con rondelle di verde dei cipollotti, altro mix di lievito/mandorle/sesamo,  semi di girasole, peperoncino Scotch bonnet, una grattugiata di scorza di lime e se vi piace il tocco affumicato, anche un'idea di paprica affumicata.