lunedì 28 gennaio 2013

BISCOTTI DI FARINA DI CASTAGNE SENZA UOVA E SENZA BURRO


I miei dolci, soprattutto da forno, sono sempre tribolati, mischio ricette o faccio di testa mia, insomma non sono mai sicura di quello che salta fuori!! Soprattutto se decido di prepararli la domenica mattina appena alzata e improvviso in base a quello che c'è in dispensa. Ultimamente mi sto appassionando a quelli senza grassi, soprattutto il famigerato colesterolo.
Quando ho visto le ciambelline alla birra e gocce di cioccolato di Silvia, del blog Paneepomodoro, dovevo assolutamente provarle e la mattina giusta è arrivata, cioè ieri.
A parte che non avevo birra in casa e non avevo neanche la farina integrale che la ricetta di Silvia prevedeva, ho deciso di adattarle a quello che passava il convento:


Gli ingredienti originari                                      Le mie varianti

  • 120 g di farina 00                                      120 gr tra farina 00 e frumina          
  • 80 g di farina integrale                                 80 gr di farina di castagne
  • 1 cucchiaino di bicarbonato                         1 cucchiaino di bicarbonato + un pizzico di lievito vanigliato
  • 80 g di zucchero di canna                            80 gr di zucchero bianco
  • 80 g di gocce di cioccolato                          40 gr di granella di cioccolato
  • 70 g di birra                                                70 gr di latte
  • 50 g di olio d'oliva                                       50 gr di olio di semi di mais


  • Setaccio le farine, unisco zucchero, bicarbonato, lievito (ho pensato che in mancanza della birra sarebbe stato bene aggiungere un po' di lievito o forse il bicarbonato bastava a farle gonfiare?) e cioccolato, poi diluisco con l'olio e il latte e impasto. Pongo il panetto ottenuto in frigo per 15 min. Troppo poco lo so, avevo fretta di prepararle e fare una sorpresa al marito che se la dormiva ancora alla grande, io invece mi ero alzata presto.
    Infatti la pasta era molto morbida, tento di formare dei bastoncini da arrotolare e formare le ciambelline ma mi si sbriciolava!!! uffa non avevo voglia di aspettare, allora stendo la mia pasta e ricavo dei banalissimi biscotti tondi e dentro in forno a 180° per 15 min! Temevo che fossero un po' stipati in quella teglia, infatti s'appiccicano  gonfiando in cottura ma qualcuno si salva e sono abbastanza tondi e belli da fotografare!! Ma
    belli o brutti, tondi o gobbi, il profumo è stupendo e il consorte arriva puntuale come un segugio.
    Buoni e friabili, il mio sogno, non riesco mai a fare biscotti friabili, questi sono perfetti!!!! Grazie Silvia!! Anche se ho rivoluzionato la tua ricetta, mi hai dato un ottimo imput, vedrai quante varianti proverò e prima o poi mi impegno a fare le ciambelline come si deve!!! Se passi te li faccio assaggiare......






    venerdì 25 gennaio 2013

    MIGNON DOLCI SALATI CON STRACCHINO E CILIEGINE DI MOSTARDA



    Sembrano dei dolcetti eh? E invece no, sono salati! Anzi dolci-salati e pure piccanti!
    Avevo da sbolognare della mostarda di frutta di Cremona, quella senapata per intenderci, che quando ti va su per il naso il pizzicore ti scendono i lacrimoni! L'avevo acquistata  per  la mia MACEDONIA DI TRIPPA. La mostarda col bollito è la sua morte!
    A casa mia si mangiava anche con i formaggi, a me piaceva da impazzire con lo stracchino dolce, tipo crescenza o certosino. Qui in Toscana non usa molto e per trovarne di buona qualità e soprattutto di diverse varietà bisogna andare in gastronomie particolari. Dalle mie parti invece, nel milanese, si trova al supermercato e addirittura ogni varietà separata nella propria vaschetta quindi uno se la può scegliere, o tutte ciliegine, o tutti mandarini, o tutte pere, cedri, zucca e così via.
    Ricordo che da bambine io e mia sorella ci litigavamo le ciliegine perchè invece la mia mamma la comperava mista!! La mia preferita ora è quella di cedro.

    Per il BIANCO e ROSSO di Colors&Food di gennaio ho pensato di riproporre stracchino e ciliegine e mi sono venuti in mente questi divertenti mignon simili ad altri  che avevo scoperto nel bellissimo libro di piccola pasticceria salata di Montersino. Non ricordavo più che avevo preso anche delle formine per fare le tartellette mignon oltre che ai tubi per i cannoli (mai fatti).  Ho fatto il trasloco a giugno dello scorso anno, ho ancora una serie di caccavelle incartate nel millebolle. Ispeziono quindi il giacimento e che ti trovo? le formine mignon! andavano assolutamente provate e vai con la frolla.



    Non ho fatto la frolla salata di Montersino, ho fatto la mia frolla classica però dolce-salata. Molto semplice:

    per ca 12 mignon
    gr 180 di farina 00
    1 uovo
    90 gr di burro
    1 cucchiaino di sale
    1 cucchiaio di zucchero
    + 100 gr di stracchino
    12 ciliegine di mostarda di cremona forte

    Impasto gli ingredienti per la frolla, formo la palla e lascio riposare in frigo mezz'ora. Poi la riprendo, la spiano col mattarello dello spessore di pochi millimetri, ungo e fodero le formine con la pasta, imprimo le zigrinature sul bordo con uno stecchino, metto un dischetto di carta forno sul fondo, riempio con del riso e faccio cuocere in forno a 180° per 15 min, poi tolgo la carta, il riso e ripasso in forno a dorare ancora 5 min.
    Quando sono fredde le sformo e le riempio di stracchino, completo con una ciliegina e voilà, semplicissima ma di un buono che mi è scattato un amarcord quasi commovente.

    Direi che potrebbero essere degli sfiziosi pre-dessert o semplicemente da servire al momento dei formaggi. In un buffet finger invece si buttano nella mischia senza rispettare le precedenze!!

    Allora, ecco qua per voi, Valentina e Cinzia e per Colors&Food di gennaio 2013 il mio mignon!





    mercoledì 23 gennaio 2013

    PICI CON RAGU' DI CAVOLO NERO, CANNELLINI E SALSICCE SCAPPATE PER L'MTC DI GENNAIO 2013




    Tutti, Patty compresa, si aspettavano Pici&Alici da Poverimabelliebuoni e invece no, partecipo con InsalataMista!
    Binomio irresistibile indubbiamente Pici&Alici,  soprattutto per via della gustosa rima però ce n'è già una versione nella raccolta UN'ACCIUGA AL GIORNO, sicuramente  ne avrei studiata un'altra ad hoc ma  volevo rispettare scrupolosamente le condizioni dell'MTC gennaio 2013


    E soprattutto volevo rispettare le indicazioni di Patty con cui concordo, i pici chiamano la terra, la Toscana, la  tradizione contadina, l'arte di arrangiarsi con quello che offre la dispensa, ovvero l'orto, l'aia, il bosco.
    La cucina è il frutto dell'ingegno dettato dalla fame, sostiene un mio vecchio amico chef castagnetano, Umberto Creatini,  il mio primo vero maestro di storia e cultura della gastronomia toscana, in particolar modo maremmana e livornese.
    Rammento alcuni piatti geniali contenuti nel libro IL CODICE DELLA CUCINA LIVORNESE, scritto dallo stesso chef  in collaborazione con giornalisti e storici locali quali Luciano Bezzini, Aldo Santini e i fratelli Guagnini.
    Un libro che non racchiude  una  semplice raccolta di ricette ma che rappresenta una testimonianza di storie, di tradizioni, di aneddoti legati ad un territorio dove campagna, macchia e mare convivono da secoli  e si esprimono in ricette che riflettono interamente la loro origine. Ricette di piatti trovate in vecchi ricettari o foglietti sparsi dove non c'erano indicazioni dei pesi ma "pugni", "manciate" "tazze", "mestoli", alcune ascoltate dalla tremolantevoce di vecchie massaie che le avevano ascoltate a loro volta dalle loro nonne e la cui origine si perde in un passato lontano di povertà, di sacrifici e dove la festa aveva un significato vero.
    Rammento e rileggo titoli di piatti che sono pura poesia come il sugo di ignoto pescatore, la zuppa di sassi, il sugo sano e la zuppa di chiocciole scappate che è quella che mi ha ispirato.  Stratagemma furbissimo, altro che l'Araba, per far accettare ai commensali quello che passava il convento sostenendo che l'ingrediente principale c'era ma se n'era andato o "fuito" come direbbero pure i napoletani,  quando invece non c'era proprio mai stato.
    Stessa furbata anche a  Palermo, come ho appreso da Stefania di  Cardamomo&co e i suoi PICI CON LE SARDE A MARE, il principio è lo stesso!

    E allora mi sono immedesimata in un'epoca passata: Cristina la contadina, non ridete, è di origini senesi ma ha sposato un castagnetano, è diventata maremmana. Vive in campagna, si leva presto la mattina col canto del gallo e va nell'orto a raccogliere quello che offre la stagione invernale " il cavolo nero ha preso la prima gelata, tanto meglio, l'è più bòno! Quasi quasi ci rosolo dentro du' salsicce, un po' di pomodoro....mmmmmhhhh che languorino, eppure ho appena fatto colazione!"
    Torna in cucina col suo bel mazzo di cavolo nero, rovista in dispensa "ma le salcicce, oh chissel'è pappate 'ostì? beh vorrà dire che si farà senza, allora? quasi quasi filo du' pici come a casa mia e li condisco con il cavolo nero, e le salsicce dirò che sono scappate o qualcuno se l'è rubate! male male ci butto du' fagioli che non disgarbano mai e riempiono 'r buzzo"
    E principia a impastare, a filare, a rosolare e tutto è pronto per quando arrivano l'òmini dai campi a desinare.

    Ed ecco i pici di Cristina la contadina con quel che c'era:

    PICI CON RAGU' DI CAVOLO NERO, CANNELLINI E SALSICCE SCAPPATE


    Ma nell'esecuzione è stata Cristina la pasticciona, per fortuna che ho preparato le pesate prescritte da Patty per 4 persone perchè con tutti gli errori che ho commesso, piciando ho scartato diversa pasta e alla fine è bastata per 2 porzioni molto abbondanti ma per 4 sarebbero state scarse. Con gli scarti, dal momento che avevo cotto i fagioli e non si butta via nulla, il giorno successivo ho preparato una classica pasta e fagioli!
    Che cosa non ha funzionato allora? ho avuto fretta di filare i pici, i primi sono stati un disastro e li ho accantonati, non ho fatto riposare la pasta a sufficienza, o non avevo ancora capito bene la tecnica manuale, poi  sono sprovvista di spianatoia, a dimostrazione del fatto che non sono una gran sfoglina e non l'ho mai nascosto, sul piano della cucina non filavano, allora mi sono dovuta arrangiare con il tagliere di legno del pane, no dico, avete presente che fatica?



    E nonostante ciò, la sudata che ho fatto ha dato i suoi frutti, ebbene, ecco un picio lungo 80 cm!! (ogni segmento del metro è 20 cm, quindi il conto è presto fatto)


    La ricetta (2 porzioni abbondanti)

    per il sugo : le foglie più tenere e interne di 2 bei mazzi di cavolo nero
    un bello spicchiotto d'aglio, mezza cipolla dorata, altro che scalogno, non siamo mica fighi noi!
    3-4 foglie di salvia
    2-3 cucchiai di polpa di pomodoro conservata
    una manciata di fagioli cannellini lessati
    un'idea di peperoncino in polvere (facoltativo)
    una generosa grattugiata di pecorino di media stagionatura
    olio extravergine d'oliva bòno, sale e pepe macinato al momento
    e le salsicce? se ci sono bene, altrimenti se le sono portate via i ladri o sono scappate da sole come le chiocciole!

    Veniamo al sugo: faccio rosolare l'aglio e la cipolla in olio evo con le foglie di salvia, poi ci salto il cavolo nero lavato asciugato e tagliato a striscioline, aggiungo la polpa di pomodoro, regolo di sale e pepe, allungo con un goccio d'acqua, unisco una manciata a piacere di fagioli cannellini precedentemente lessati, tappo e faccio andare 10 min, giusto il tempo di amalgamare i sapori, il cavolo non mi piace spappolato, deve crocchiare in bocca!
    Lesso i pici, li scolo e li butto nel sughetto a mantecare, servo con un filo d'olio evo a crudo, una puntina di peperoncino se piace e una bella grattugiata di pecorino e.....GNAM, una vera goduria!!



    Grazie Patty, non mi sarei mai sognata in vita mia di fare i pici e non vedo l'ora di ripiciare, ho ordinato la spianatoia!!!

    Ah...quasi dimenticavo, per onorare lo stile di Andante con Gusto, non può mancare la colonna sonora: chi meglio di Pino Daniele canta la sua terra!





    lunedì 21 gennaio 2013

    UNA MACEDONIA DI TRIPPA E UN CONTEST: QUINTO QUARTO (R)EVOLUTION



    Una macedonia di trippa mi sembrava molto eloquente e adatta a dare il via ad un  contest come questo: QUINTO QUARTO (R)EVOLUTION in collaborazione con Sabrina del blog Les Madeleines di Proust.


    Che significa? Significa svecchiare un po' il quinto quarto, senza rinnegare i classici ma divertirsi a rivisitarli, reinventarli, rivoluzionarli! Come questa macedonia di trippa appunto, con verdure croccanti, mostarda di frutta e salsa verde o il Millefoglie di lingua con mousse di broccoli e salsa d'acciughe del post precedente o ancora l'opera di puro virtuosismo di Sabrina: Aspic di guancia al porto, scalogni in agrodolce e guacamole di carciofi

    Probabilmente non è necessario specificare cosa si intenda per QUINTO QUARTO ma per rinfrescare la memoria si definisce QUINTO QUARTO ciò che rimane dalla macellazione di bovini , ovini, suini e ungulati, dopo che sono stati prelevati i quattro quarti pregiati, vale a dire i due quarti anteriori e i due quarti posteriori. Rimangono dunque  trippa e lampredotto (stomaco bovino), rognoni, milza, fegato, cervella, animelle, polmone, cuore, lingua, piedini, coda ma anche testina e guancia nel vitello. Vale anche per il pollame e i conigli, con le creste, i bargigli, il collo, i piedi, il fegato e il magone.
    Da alcuni anni  ormai chef illuminati, stellati o non stellati, nobilitano queste parti, regalandoci  veri  capolavori culinari. In sintonia anche col momento attuale che ci vuole tutti parsimoniosi e impegnati nel recupero, nel riciclo, quale attività più stimolante di creare grandi piatti con ingredienti poveri!
    La mia compagna di avventura, Sabrina, da vera artista e con grande ironia ha messo infatti sul trono la protagonista assoluta  del quinto quarto creando questo delizioso banner:





    Inoltre nobilitiamo anche  il nostro  contest  chiamando a fare da giudici due mostri sacri in materia:

    il "prof" Leonardo Romanelli, giornalista enogastronomo, sommelier, insegnante, autore e coautore di guide vini e ristoranti come  la guida VINI Gambero rosso, autore di numerosi libri di cucina e vino nonchè, proprio in imminente uscita : La Birra in Cucina ed. Mondadori e naturalmente  Il Libro delle Frattaglie, offerto in premio proprio per questo contest. E' autore ed interprete di originali monologhi teatrali quali Come diventare Sommelier in 50 minuti, e Confessioni di un critico enogastronomico, coordinatore di eventi e manifestazioni fra cui Degustibooks e la Biennale di enogastronomia a Firenze e le Cene Galeotte nel carcere di Volterra,  in cui gli chef cucinano con i detenuti.
    Volto noto della tv, ha partecipato a LA PROVA DEL CUOCO su Rai1,  e a CHEF PER UN GIORNO su La7, attualmente interviene come ospite ad Aspettando il Tg sulla tv toscana Italia7.
    Ma non dimentichiamo i suoi interventi radiofonici, le sue attività di volontariato e impegni sociali, e il suo blog che non poteva chiamarsi che QUINTO QUARTO! E.....last but not least..... forse non tutti sanno che Leonardo è fondamentalmente  UN CUOCO!!!
    Qui io ho fatto solo un sunto, sul suo sito  ci sono tutte le informazioni dettagliate della storia professionale di questa  irripetibile, eclettica figura dell'enogastronomia italiana!

    lo "chef trippaio" Luca Cai de L'Osteria Tripperia Il Magazzino di Firenze. 
    Trippaio storico fra i più apprezzati della città, diventa ristoratore aprendo Il Magazzino dove propone il suo quinto quarto, in cui è vero maestro, sia nelle  versioni tradizionali come il classico bollito  sia in versioni originali e ludiche come il riso cavolo e lampredotto in kimono  e la gelatina di quinto quarto agli agrumi che ho avuto il piacere di apprezzare e descrivere qui. E ancora le sue mitiche polpettine di lampredotto, i ravioli di trippa qui. Non ho ancora avuto occasione di degustare gli ironici  totani di bosco, cioè striscioline di trippa fritta!  Personaggio modesto e schivo, grande professionista, generoso e disponibile, partecipa a manifestazioni enogastronomiche  e ad attività singolari come la mitica Disfida del lampredotto, una vera guerra a colpi di lampredotto, Lucca vs Firenze svoltasi al Serendepico di Gragnano, Lucca nel novembre 2010!

    Abbiamo pure uno SPONSOR d'eccezione:  la celebre  Macelleria Zivieri di Monzuno, Bologna che da alcuni anni organizza un concorso gastronomico, a cui partecipano chef altrettanto celebri, e che è già diventato un vero cult, l'evento si chiama CHEF AL MASSIMO, descrizione della prima edizione nel dettagliatissimo post di Sabrina


    E ora, come si conviene,  un po' di regole:

    Oggetto del contest: QUINTO QUARTO (R)EVOLUTION = rivisitiamo i classici del quinto quarto, rivoluzioniamoli, destrutturiamoli, reinventiamoli all'insegna della creatività ma nel rispetto della materia prima!

    Le ricette, corredate da almeno una foto, dovranno essere inviate alle seguenti mail
    citando nell'oggetto QUINTO QUARTO (R)EVOLUTION
    Per chi possiede un blog è sufficiente lasciare il proprio link nei commenti di questo post e di quello de Lesmadeleinesdeproust inserendo il banner sia nel post che nella home page del proprio blog.

    Inizio contest : 21 gennaio - termine: 5 marzo 2013 PROROGATA AL 12 MARZO
    Saranno ritenute valide solo le ricette  pubblicate e inviate entro tali date.

    PREMI:
    1° classificato: BIGLIETTO OMAGGIO VALIDO PER 1 MENU DI CHEF AL MASSIMO  2013!!

    In conclusione, desidero ringraziare Leonardo Romanelli, Luca Cai e Aldo Zivieri per la gentile collaborazione e la grande disponibilità!!
    Grazie anche a Sabrina che ha fatto i salti mortali, causa capricci del suo computer, per preparare il banner in tempo!

    E se a qualcuno interessano gli ingredienti della macedonia di trippa eccoli qua:

    per 4 persone

    400 gr di trippa cotta
    verdure crude a piacere: cavolo viola, carota, sedano, rape dolci, tutte tagliate  a julienne (per chi la tollera anche una cipolla cruda non guasterebbe affatto)
    mostarda di frutta (quella di Cremona, senapata per intenderci ) a piacere, io ho usato ciliegine e pere
    salsa verde per condire il tutto (un bel trito di prezzemolo, acciughina sott'olio, un'idea d'aglio, sale, zucchero, aceto, olio evo)

    Vi aspettiamo numerosi!!! Evviva il QUINTO QUARTO E LA SUA (R)EVOLUTION!!!

    I quinto quartisti rivoluzionari:

    Nora, TataNora blog, La Bruschetta del cuore
    Luca e Monica, Fotocibiamo, GNOCCHI FRITTI AL QUINTO QUARTO 
    Cristiana, Beuf à la mode, LINGUA SU LETTO DI PIOPPINI
    Dani, Profumo di Zenzero e cannella, Frittelle frattaglie fritte
    Greta, Greta's corner, Ravioli di coratella versione corner
    Flavia, Cuocicucidici, Guance brasate al vino rosso e carote 
    Consuelo, I biscotti della zia, Cuore panato alla senape con patate al forno
    Sciroppo di mirtilli e piccoli equilibri, Gelatina di maiale aromatica e speziata
    Dani, Profumo di Zenzero e cannella, Trippa e patate a modo mio 
    A ciascuno il suo, La Rugnosa Moderna
     
     
     
     

     
     

    

    venerdì 18 gennaio 2013

    MILLEFOGLIE DI LINGUA CON MOUSSE DI BROCCOLI E SALSA D'ACCIUGHE


    E' in arrivo una sorpresa per gli amanti del quinto quarto...........molto presto anzi prestissimo!

    Nel frattempo, dal momento che sono in fase "frattaglie",  produco ma  ripesco anche nei files, come questa millefoglie realizzata non mi ricordo nemmeno quando, scopiazzata a modo mio da un cavallo di battaglia di Emanuele Vallini, de La Carabaccia di Bibbona, Li. Questa delizia  è proposta  spesso in carta alla Carabaccia  e, recentemente, Emanuele l' ha rivista e l'ha infilata in un panino facendola diventare un ottimo "street food",  ideato per la mitica festa di Vico Equense di Gennaro Esposito. Ho avuto il piacere di assaggiarlo e l'ho descritto proprio in questa sede, vedi post PANE AMORE E FANTASIA , titolo preso dal  nome del piatto! Squisita anche nel panino, c'erano dubbi? con salsetta verde e rossa. Ricetta di Emanuele per il PANINO

    La mia versione di millefoglie con mousse di broccoli e  una salsetta invece di acciughe sott'olio:



    Ingredienti x 2 persone

    lingua bovina 350 gr ca
    sedano, carota, cipolla, chiodi di garofano, sale qb
    broccoli 250 gr
    olio evo qb
    5-6 filetti d'acciughe sott'olio

    Volevo sperimentare la cottura  sottovuoto a bassa temperatura ma non ho la macchinetta per il sottovuoto, ho comunque buttato il pezzo di lingua e tutti gli odori in un sacchetto per la cottura degli alimenti, l'ho chiuso stretto stretto facendo uscire tutta l'aria possibile e poi l'ho messo in pentola con abbondante acqua, l'ho portata a leggero bollore, ho abbassato la fiamma e ho lasciato andare piano piano per un paio d'ore coperto controllando di tanto in tanto la temperatura che si è stabilizzata sugli  80°+/-  (non proprio bassa bassa ma non avendo l'attrezzatura adeguata, ci si arrangia!).
    Nel frattempo ho cotto i broccoli al vapore e li ho ridotti in purea nel mixer, regolato di sale e olio evo.
    Ho tagliato la lingua a fettine sottili, non possiedo l'affettatrice, un po' più fini delle mie sarebbero meglio, e ho montato la millefoglie alternando fettine di lingua e mucchietti di purea di broccoli.  Ho cosparso il tutto con una salsetta ottenuta facendo sciogliere dolcemente sul fuoco i filetti d'acciughe e un po' d'olio evo, con l'aggiunta  di un cucchiaio d'acqua per non far rosolare l'olio.
    Servire  tiepida. 

    lunedì 14 gennaio 2013

    DOLCE RUSTICO DI FARINA DI CASTAGNE ALL'OLIO CON NOCI E UVETTA


    per il contest Se io fossi....de Il bosco di Alici



    Cara Annarita,

    prima che tu ci rimanga male vedendo questo dolce decisamente poco attraente e magari indegno da sottoporre ad un giudice come Toni, ti spiego perchè ho pensato invece che fosse perfetto! perfetto perchè imperfetto! sì è frutto di un gran pastrocchio e quindi  riflette un aspetto della mia personalità e cioè che sono una gran PASTICCIONA!! e non solo in cucina ma in cucina dò veramente il meglio.
    A parte il casino che combino che la cucina sembra un campo di battaglia ma proprio i danni materiali che spesso causo, tipo far cadere  la moka e lasciare un bel solco sul parquet nuovo, quando basterebbe mettere un tappetino, e imbrattare di caffè mobili e pareti e questo è solo un esempio dei capolavori che riesco ad eseguire!! Come togliere un dolce dal forno, inciampare e rovesciarlo spiaccicandolo bene bene fra le cerniere e la base ancora bollente del forno che per pulirlo non ti dico......
    Pensa che da piccina, siccome già dimostravo queste doti speciali, mi raccontano i miei genitori, perchè io non ricordo, avrò avuto tre anni, che una sera quando il mio papà (concedimi papà anzichè babbo quando scatta l'amarcord famigliare) tornava dal lavoro io gli vado incontro trotterellando esibendo una bambola "intonsa" esclamando tutta trionfante "papà l'ho aggiustata tutto il giorno" per dire che non avevo rotto niente :-))

    Ma veniamo al dolce e al tuo contest.
    In un primo momento, non sapendo proprio da che parte cominiciare, ho chiesto aiuto al consorte che è bravissimo a dare delle pennellate precise dei caratteri e delle tipologie umane. Figurati con me, quando dalla mattina alla sera non fa che ripetere "ma perchè te sei così...ma perchè te sei cosà" lo saprà ben lui come sono no?
    Ha sparato la sua sentenza e mi ha dipinta con una certa tipologia di dolce che spero di riuscire ad interpretare al più presto.
    Questo dolce che propongo oggi invece è casuale, totalmente estemporaneo e anche questo riflette un altro aspetto del mio carattere la SPONTANEITA'. E' rustico e semplice, anch'io sono semplice, per quanto riguarda il rustico diciamo che sono schietta e senza grandi pretese ma sia da bosco che da riviera. E questa è la versione "bosco", più bosco di così poi con la farina di castagne!!

    Il dolce è nato perchè volevo sfruttare la farina di castagne con la quale mi ero già sbizzarrita parecchio lo scorso anno, sperimentando gnocchi, tagliatelle e cannelloni, polenta, cantuccini e biscotti  anzi triscotti nonchè una variazione di castagnaccio che mi rende molto orgogliosa: il millefoglie di castagnaccio con ricotta e limone candito.
    Avevo anche un sacchetto di noci da far fuori, decido di unire le uvette e parto con l'elaborazione. Vado a sbirciare una vecchia ricetta di un dolce soffice con l'olio perchè non voglio usare il burro.
    Mi metto pure a pesare gli ingredienti diligentemente!!! ho solo 2 uova in frigorifero, dura che non sono altro, non posso diminuire la quantità di farina? no, mi sono fissata di riempire un certo stampo. Procedo comunque, monto gli albumi fermissimi a neve come da manuale col mio recente acquisto, un bellissimo robot che mi sono regalata per la casa nuova a giugno, pieno di aggeggini che ancora non li ho provati tutti, poi lavoro i tuorli con lo zucchero e incomincio ad incorporare la farina di castagne setacciata, mista a farina bianca e frumina e lievito in polvere, diluisco con un paio di cucchiai d'olio di semi di mais ma capisco già che qualcosa non funziona, non verrà mai un dolce soffice, allora che faccio, per non esagerare con l'olio decido di unire subito i bianchi montati a neve, so che è un sacrilegio, vanno alla fine ma ne ho bisogno ora!!
    e vai con la farina e ancora olio e poi aggiungo le noci e le uvette ammollate in acqua calda con un goccio di cognac, cambio il frullino con il gancio per la pasta perchè capisco che comunque l'impasto è tipo frolla non da dolce soffice! Non potevo pensarci prima? una frolla alle castagne, noci e uvette no? COCCIUTA!
    Sgancio, tolgo la pasta, la lavoro un po' sulla spianatoia, non la faccio riposare in frigo e la metto nel maledetto stampo che volevo usare, in forno gonfia lo stesso e io sono felice!!!


    Alla fine è venuta una torta interessante e pure buona, molto nutriente, da inzuppare nel caffè a colazione è perfetta! con la crosticina fuori e dentro una via di mezzo fra un dolce soffice e una crostata, una crostata lievitata praticamente e probabilmente la consistenza speciale della farina di castagne la rende nel contempo compatta, insomma mi sa che pensavo di aver creato un mostro e invece magari ho creato una nuova tecnica per la frolla soffice e il segreto è unire i bianchi montati a neve nell'impasto!! avrei la presunzione di rivoluzionare l'arte dolciaria, ecco, altra caratteristica del mio carattere PRESUNTUOSA!!!

    Ricapitolando, questi gli ingredienti se qualcuno avesse voglia di sbagliare come me, oppure basta aumentare le dosi di uova che sicuramente il dolce viene più soffice:

    150 gr di farina di castagne
    50 gr di farina 00
    50 gr di frumina
    100 gr di zucchero semolato
    2 uova
    3 cucchiai colmi di olio di semi di mais
    1 bustina di lievito vanigliato
    70 gr di gherigli di noci tritati grossolanamente
    70 gr di uvetta sultanina rinvenuta in acqua calda e cognac

    "Procedimento" = vedi sopra! Cottura: 30-35 min in forno a 180°C

    In conclusione, partecipo con questo dolce perchè riflette le mie caratteristiche di CASINISTA, SEMPLICE, SPONTANEA, ESTEMPORANEA, ESTROVERSA, COCCIUTA, SCHIETTA, con tanta FACCIA TOSTA  e  un pizzico di PRESUNZIONE!

    Per altri aspetti del mio carattere, la versione RIVIERA, spero di riuscire ad esprimerli nel dolce che ho in mente.......