Guardando questa foto non ci si stupisce perché la tenuta si chiami POGGIO ROSSO!!
Il rosso è protagonista nei colori dei variegati terreni di questa splendida tenuta in terra etrusca. Più chiari nelle aree di origine alluvionale con presenza di ciotoli e galestro, non mancano zone argillose e sabbiose nei toni dei gialli o grigi più tenui fino ad arrivare al culmine dei rossi più accesi laddove c'è ricchezza di ossido di ferro e minerali.
Il "Poggio" è una lieve altura situata nella parte più occidentale della Val di Cornia nel territorio di Populonia (Li), l'etrusca Fufluna, importante centro siderurgico dell'antichità e unica città etrusca fondata sul mare. E' esposto ai quattro venti, gode quindi di un clima asciutto tutto l'anno, termo-regolato anche dalla vicinanza del mare e sostenuto da un'ottima insolazione.
E' qui che la famiglia Monelli, mezza emiliana e mezza toscana, nel 2002, ha recuperato una storica azienda, in totale stato d'abbandono, impiantando vigneti e oliveti e arricchendo la vegetazione spontanea con nuovi arbusti e piante tipicamente mediterranee quali mirto, lentisco, ligustro, erica mediterranea, olivastro, rosmarino, sugherello, biancospino, corbezzolo, agrifoglio e varie specie ornamentali da siepe e da fiore.
La tenuta copre una superficie di 20 ettari, di cui 6 impiantati a vigneto con varietà quali vermentino, viognier, sauvignon blanc, sangiovese, merlot, cabernet sauvignon e franc, petit verdot e syrah. Altri 2 ha sono stati destinati all'oliveta con impianti delle classiche varietà toscane: frantoio, leccino e moraiolo, il resto è coperto da pineta, bosco e macchia mediterranea.
La conduzione dell'intera tenuta è orientata all'eco-sostenibilità e alle coltivazioni vengono applicati i principi della lotta integrata, con eco-trap per le piante di olivo e trattamenti per il vigneto il più possibile naturali e ridotti all'essenziale. Pannelli solari catturano la preziosa e abbondante energia solare. Non manca un laghetto artificiale di raccolta delle acque piovane che provvede al fabbisogno idrico dei terreni in caso di necessità.
Uno scenografico viale fiancheggiato da cipressi porta alla Tenuta Poggio Rosso
La bella villa padronale di origini ottocentesche, riportata all'antico splendore dalla famiglia Monelli nel 2002. La Villa apparteneva ai conti Desideri, facoltosi proprietari terrieri locali, il cui patrimonio si è poi disgregato negli anni. Nei 12 anni di abbandono precedenti all'ultimo passaggio di proprietà, la villa è stata preda di saccheggi e molti oggetti, veri cimeli di famiglia, di grande valore storico e culturale non sono mai stati ritrovati come dei fucili appartenuti a Garibaldi e a D'Annunzio, documentati da vecchie foto!
L'affascinante "limonaia" adibita a sala degustazione
La cantina è ospitata dalla vecchia carraia della villa, le attrezzature appartengono alla più recente tecnologia con tini tronco-conici di formato speciale adatto alle altezze della tinaia
Follatore meccanico a pistone
La barricaia con barriques di rovere francese provenienti sia da tonnelleries bordolesi che borgognotte, utilizzate anche per le fermentazioni a botte aperta di alcuni vini
Un'azienda giovane e dinamica ma con grande stoffa e carattere. Ho avuto il piacere di conoscere ed apprezzare i loro vini sin dall' esordio, ricordo infatti una cena degustazione dagli amici Ivano e Daniela nel loro locale Al Baccanale di Piombino nel luglio 2010, con i primi 3 vini di Poggio Rosso, in cui conobbi anche Diego Monelli e tutta la famiglia.
Li ho visti crescere fino ad arrivare ad una considerevole gamma di prodotti, ben 7 vini: 3 bianchi, 3 rossi e un bianco passito
gran parte dei quali, assaggiati ed immortalati ad aprile, nella splendida serata ANTEPRIMA FIORENTINA DELLA FESTA DELLA PALAMITA all'Ora d'Aria a Firenze , proposti in adeguato abbinamento agli straordinari piatti a base di palamita elaborati dal patron e chef dello stellato fiorentino Marco Stabile e dalla chef sanvincenzina Deborah Corsi de La Perla del Mare.
I nomi dei vini: PHILIKA, VEIVE, TAGES, VELTHUNE, FUFLUNA, LOSNA, riproducono nomi di divinità e personalità leggendarie dell'era etrusca a conferma del forte legame dell'azienda e dei suoi prodotti con un territorio unico, dove riecheggiano ovunque le storie e i miti dei nostri progenitori etruschi che proprio a Populonia svilupparono una civiltà raffinata e fiorente. I vini hanno come comun denominatore una gradevole sapidità e mineralità che bilanciano corpo e alcool, spesso importanti, facilitandone la beva.
Oltre ai vini già elencati nel suddetto evento fiorentino, quando ho visitato Poggio Rosso qualche settimana fa, ho avuto il piacere di scoprire nuovi prodotti, usciti proprio quest'anno, un SENZA NOME, ahimè già esaurito (mi prenoto per la prossima vendemmia perché mi interessano molto questi vini particolari), prodotto secondo metodi antichi: uve vermentino macerate sulle bucce, torchiate a mano, vinificazione in acciaio e affinamento in barriques.
Solo il logo POGGIO ROSSO per il macerato SENZA NOME
La seconda novità 2013 è rappresentata da FUFLUNA, rosso a base di merlot e cabernet, vinificato e affinato in acciaio, un rosso di pronta beva, pieno e succoso, con buona vena acida e dalla gradazione contenuta che lo rende adatto ad ogni occasione. Il nome è evocativo e assoluto, da Fufluns, il Bacco etrusco, che diede il nome alla stessa Populonia, Fufluna, in lingua etrusca, vera culla dell'enologia italica. Mito e storia del vino!
Etichetta pulita, ben riconoscibile, che si distingue dal resto della gamma per l'immediatezza, a conferma della scelta commerciale e degli obbiettivi che si propone la direttrice commerciale Francesca Luzzi, giovane donna energica e determinata, che ha voluto questo vino facile ma non banale, rappresentativo dell'azienda, nella sua versatilità e competitività sul mercato e che sicuramente farà centro!
Non posso che complimentarmi con la famiglia Monelli e augurare loro uno splendido futuro e ringraziare Francesca per l'accoglienza e per avermi omaggiato, oltre al Fufluna, anche una bottiglia di Losna, la terza novità 2013, che avevo già avuto il piacere di assaggiare in anteprima assoluta a conclusione della bella serata fiorentina di cui sopra. Un vino "da meditazione", prodotto con uve vermentino per metà vendemmiate tardivamente e per metà appassite sui graticci, vinificazione in acciaio e maturazione in barriques di secondo passaggio per 15 mesi per un risultato gustativo di grande eleganza con note di frutta secca ma anche di agrumi canditi e sentori di macchia mediterranea ma soprattutto con quella sapidità e mineralità di fondo a cui accennavo prima che ancora conferma come questi vini siano inequivocabili figli di un terroir dove la terra si fonde col mare in un abbraccio unico e indissolubile.
Losna, divinità etrusca della luna e delle maree, dà il nome a questo vino presentato con un packaging elegante e snello e con un' originale etichetta in terracotta
Come sai di vini capisco poco...ma spero di imparare col tempo...il tuo post uno spunto in più! bacio cri
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