Conosciuta anche come torta di pane o torta paesana, in Brianza e in tutto l'hinterland milanese è semplicemente la Turta Michelacc (si legge con l'accento sulla sillaba finale e con la doppia c di doccia), da mica cioè michetta, il pane tipico del milanese, e latte.
Le origini sono paesane, contadine, povere. E' un dolce che nasce, come tanti altri eccellenti esempi di cui la gastronomia italica è ricca, dal riciclo del pane avanzato ed è frutto del solito ingegno delle massaie di un tempo, che si inventavano piatti gustosi e adatti a riempire gli stomaci, semplicemente con quello che c'era a disposizione e secondo la regola ferrea che "non si butta via niente" figuriamoci il pane!!
Un vero sacrilegio buttare il pane, simbolo di cibo per antonomasia e a cui da sempre vengono associati significati di sacralità.
Anche a casa mia, quella dove sono nata e cresciuta, in terra lombarda dunque, non dove abito ora, che è ben al di là del Po, vigeva questa regola e il rispetto per il pane era sacro. Ricordo ancora l'unica volta, da bambina, e mi servì da lezione per sempre, in cui il mio papà si indignò e mi rimproverò severamente perché mi vide buttar via alcuni resti di pane. Mi spiegò che ne aveva sofferto la fame in tempo di guerra e da quella esperienza, per lui il pane era diventato sacro.
E sempre a casa mia, cioè a Boffalora S/Ticino, il Michelacc prendeva un nome speciale: Turta da Bigiu. Era stato ribattezzato scherzosamente da mia nonna Maria, la nonna paterna che ha sempre vissuto con noi (anche se a dirla tutta eravamo più noi che vivevamo con lei) in riferimento al vecchio vicino, soprannominato Bigiu, che una volta gliela fece assaggiare ma la versione del vicino non l'aveva soddisfatta perché era troppo bagnata e quando affondò la forchetta fece pluff e riaffiorò il latte che "la pareva una pulta" (sembrava una polentina, una pappetta). Mi sembra di sentirla ancora quando la raccontava e come rideva divertita scherzando il povero Bigiu!
Boffalora S/Ticino - Foto dal web
Bigiu era originario di Bernate Ticino, un grazioso paesino appena un ponte più a nord del nostro; entrambi sorgono lungo il naviglio Grande, un canale artificiale risalente al XII secolo, navigabile fino alla darsena dei navigli a Milano e solcato dallo storico "Barchett de Bufalora" oltre che da moderne imbarcazioni per crociere sui navigli.
Il Michelacc si preparava e si prepara tutt'ora a Bernate in occasione della festa del paese che cade la seconda domenica di settembre e anche se tra Boffalora e Bernate c'è sempre stata una, seppur bonaria, guerra di campanile, la nonna lo preparava in quei giorni o comunque durante l'autunno.
Il dolce non ha una vera e propria ricetta e sicuramente si è arricchito nel tempo; di base si fa rinvenire il pane secco nel latte, poi si aggiungono principalmente uova, zucchero, cacao, uvette e frutta secca, amaretti o altri biscotti secchi o quello che volete buttarci, aromi inclusi. Il segreto della nonna erano le mentine!! Sì, i suoi "tirafià", delle grosse pastiglie di zucchero alla menta che lei nascondeva nel suo cassetto della biancheria e noi nipoti dispettose saccheggiavamo puntualmente!
Allora mi sembrava una cosa molto stramba, in tempi recenti invece l'ho riscoperto e l'ho riciclato già due volte qui sul blog, per i baci di cioccolato e gli ossi dei morti.
La consistenza della torta è un po' bagnata e densa, ricorda il castagnaccio ma ha uno spessore maggiore.
Ed ecco il mio Michelacc o "Turta da Bigiu" per la Giornata Nazionale della Torta di Pane, secondo il Calendario del Cibo Italiano
Ingredienti per una tortiera da cm 20-22 di diametro
400 g di pane raffermo (io ho usato il toscano)
700-800 ml di latte parzialmente scremato (o come ho fatto io per caso 500 ml di latte + 100 g di ricotta vaccina)
80-100 g di amaretti secchi tritati
60 g di uvetta sultanina rinvenuta in acqua calda
60 g di mandorle (o pinoli)
4 cucchiai colmi di zucchero di canna
2 cucchiai di cacao amaro
2 uova
una decina di mentine o in alternativa 1 cucchiaio di menta essiccata
1 cucchiaio di all spice (o mix di cannella, noce moscata e chiodi di garofano)
scorza grattugiata di 1/2 limone non trattato
Portate ad ebollizione il latte con lo zucchero e due o tre scorze di limone. Togliete le scorze, versate il latte sul pane tagliato a dadini e lasciatelo ammorbidire. Infine sfaldatelo con una forchetta o passatelo al mixer per un risultato più omogeneo. Fate intiepidire e amalgamate le uova leggermente sbattute e tutti gli altri ingredienti con la restante scorza di limone grattugiata. Io avevo poco latte e il pane toscano essendo molto consistente ha bisogno di più liquido, nell'emergenza ho pensato di utilizzare un rimasuglio di ricotta che avevo in frigorifero. La quantità di latte dipende molto dal tipo di pane utilizzato. Non esagerate altrimenti vi tocca lasciarlo in forno a lungo per non avere l'effetto "pluff".
Amalgamate bene tutti gli ingredienti, versate il composto in una tortiera imburrata e cuocete in forno a 180° C per 35-40 minuti.
Fate riposare un giorno prima di consumarlo, se resistete, perché sia la consistenza che il gusto ne beneficeranno e il palato ringrazierà! Cospargete con zucchero a velo.
Il Barchett di Boffalora
Eccomi ritratta di recente, in navigazione lungo il Naviglio sul barchett
Bernate - foto dal web
Il dolce non ha una vera e propria ricetta e sicuramente si è arricchito nel tempo; di base si fa rinvenire il pane secco nel latte, poi si aggiungono principalmente uova, zucchero, cacao, uvette e frutta secca, amaretti o altri biscotti secchi o quello che volete buttarci, aromi inclusi. Il segreto della nonna erano le mentine!! Sì, i suoi "tirafià", delle grosse pastiglie di zucchero alla menta che lei nascondeva nel suo cassetto della biancheria e noi nipoti dispettose saccheggiavamo puntualmente!
Allora mi sembrava una cosa molto stramba, in tempi recenti invece l'ho riscoperto e l'ho riciclato già due volte qui sul blog, per i baci di cioccolato e gli ossi dei morti.
La consistenza della torta è un po' bagnata e densa, ricorda il castagnaccio ma ha uno spessore maggiore.
Ed ecco il mio Michelacc o "Turta da Bigiu" per la Giornata Nazionale della Torta di Pane, secondo il Calendario del Cibo Italiano
Ingredienti per una tortiera da cm 20-22 di diametro
400 g di pane raffermo (io ho usato il toscano)
700-800 ml di latte parzialmente scremato (o come ho fatto io per caso 500 ml di latte + 100 g di ricotta vaccina)
80-100 g di amaretti secchi tritati
60 g di uvetta sultanina rinvenuta in acqua calda
60 g di mandorle (o pinoli)
4 cucchiai colmi di zucchero di canna
2 cucchiai di cacao amaro
2 uova
una decina di mentine o in alternativa 1 cucchiaio di menta essiccata
1 cucchiaio di all spice (o mix di cannella, noce moscata e chiodi di garofano)
scorza grattugiata di 1/2 limone non trattato
Portate ad ebollizione il latte con lo zucchero e due o tre scorze di limone. Togliete le scorze, versate il latte sul pane tagliato a dadini e lasciatelo ammorbidire. Infine sfaldatelo con una forchetta o passatelo al mixer per un risultato più omogeneo. Fate intiepidire e amalgamate le uova leggermente sbattute e tutti gli altri ingredienti con la restante scorza di limone grattugiata. Io avevo poco latte e il pane toscano essendo molto consistente ha bisogno di più liquido, nell'emergenza ho pensato di utilizzare un rimasuglio di ricotta che avevo in frigorifero. La quantità di latte dipende molto dal tipo di pane utilizzato. Non esagerate altrimenti vi tocca lasciarlo in forno a lungo per non avere l'effetto "pluff".
Amalgamate bene tutti gli ingredienti, versate il composto in una tortiera imburrata e cuocete in forno a 180° C per 35-40 minuti.
Fate riposare un giorno prima di consumarlo, se resistete, perché sia la consistenza che il gusto ne beneficeranno e il palato ringrazierà! Cospargete con zucchero a velo.
Leggendo il.tuo racconto, mi è venuta voglia di conoscere i "tuoi posti". Già, perché io conosco poco o niente della Lombardia e ancor meno, delle zone sul Ticino. E le foto che hai postato mi dicono che sto perdendo qualcosa. Non ho mai neanche mangiato.una torta di.pane perché il congelatore, in casa nostra, ha da sempre eliminato il problema del pane secco. A ciò si aggiunga che, nell'eventualità, io lo uso nel latte per colazione. Ma mi hai fatto venire voglia di farne aeccare un po' per provare questo dolce dall'aria cosi casalinga
RispondiEliminaIdem Giulietta! Ci credi che l'ho messo da parte espressamente per fare la torta? così come faccio quando mi viene voglia di panzanella in estate o di pappa di pomodoro!!
EliminaEsatto.... :) :):)
EliminaRacconti sempre storie interessanti tu :-)
RispondiEliminaE la torta mi ha fatto gola appena l'ho vista, tanto il pane avanzato ce l'ho... ;-)
so già che farai meraviglie! :-)
EliminaLa torta che faceva la mia nonna!! Lei era nata a Villasanta e la torta di pane era nel suo dna. Che ricordi mi fai affiorare... Grazie!!
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