giovedì 14 gennaio 2016

IL 5e5, STREET FOOD DI LIVORNO PER IL CALENDARIO DEL CIBO ITALIANO AIFB




Oggi si celebra la Giornata Nazionale della FARINATA del  CALENDARIO DEL CIBO ITALIANO AIFB di cui è ambasciatrice Sara Bonaccorsi del Blog In Cucina con Sara.

Contribuisco alle celebrazioni di questo popolare cibo da strada con la versione livornese della farinata, chiamata  a Livorno e provincia torta di ceci o semplicemente torta, che unita ad un panino dà origine al  popolare 5&5. Un cibo a base di prodotti di terra, nato curiosamente in mare, la prima  delle specialità labroniche con le quali ho fatto conoscenza e tuttora la mia preferita.
 
Livorno è una città portuale dalla storia singolare, aperta e multietnica con una connotazione fortemente popolare e verace, dal vernacolo schietto e rude,  dall’umorismo unico, patria del “deh” e di Mascagni, Modigliani, Fattori ma anche  del Vernacoliere, del cacciucco, delle triglie, del ponce, non poteva non avere anche un suo cibo da strada.
 
La torta al taglio
 
Il 5e5 è dunque un panino, o una focaccina, farcito con la torta di ceci preparata come la farinata, una sorta di crespella fatta con farina di ceci, acqua, olio extravergine d’oliva e sale, cotta preferibilmente in forni a legna, in speciali teglioni tondi di rame stagnato. Ci si può cimentare a prepararla in casa, il risultato è accettabile ma non potrà mai eguagliare quella cotta nei forni a legna, esattamente come la pizza.
Il nome deriva dalla consuetudine, in uso a partire dalla metà del XX° secolo, quando il connubio fra pane e torta fu ideato, di chiedere al “tortaio” (il venditore di torta) 5 centesimi di pane e 5 centesimi di torta, da lì l’abbreviazione : “un 5e5”.
Il pane utilizzato è prevalentemente uno sfilatino, detto anche “francesino” o una focaccia tonda (a Livorno e provincia la focaccia si chiama anche “schiaccia”). La torta viene tagliata a fette spolverizzata di abbondante pepe e messa nel panino/focaccia, da consumarsi caldo naturalmente. Il 5e5 viene venduto principalmente dai botteghini/bar insieme alle pizze a taglio. Può essere consumato come spuntino ma ci si può tranquillamente pasteggiare perchè da un punto di vista nutrizionale rappresenta un piatto unico e completo, come la pizza ma privo di colesterolo perchè i grassi sono solo vegetali.
Tradizionalmente con la torta si beve la spuma bionda, una bibita gassata dolce, aromatizzata  in vari modi, dalla formula, pare, più segreta della sua moderna antagonista, la coca cola (e sulla spuma si potrebbe aprire un capitolo a parte…..)
C’è chi aggiunge  le melanzane sotto pesto ("sotto pesto" a Livorno significa: aglio, prezzemolo e peperoncino, localmente chiamato zenzero!), perché senza melanzane è da pisani! Chi invece lo esalta in purezza. Ma non azzardatevi a chiamarla “cecina” (un’altra denominazione della torta di ceci) perché anche questo è da pisani (o viareggini) e sappiamo bene che fra Livorno e Pisa non corre proprio buon sangue….
5e5 con focaccina, torta e melanzana "sotto pesto"
 
Come descritto  dal bell'articolo di Sara per il Calendario, ci sono diverse teorie riguardo all'origine della farinata/torta di ceci.  Sicuramente la più gustosa è quella più leggendaria e poetica che  fa risalire le origini della torta di ceci  al XIII° secolo e, per ironia della sorte, la storia non sembra affidarne la paternità né ai pisani né ai livornesi ma ai genovesi.  Livorno entra in gioco indirettamente solo perché tutto si svolse nello specchio di mare a poche miglia dalla città, intorno alle secche della Meloria, teatro della storica battaglia omonima del 1284 fra Genova e Pisa, che vide la sconfitta di quest’ultima.
Narra la leggenda che proprio dopo la battaglia della Meloria, una nave che trasportava prigionieri pisani verso Genova, trovandosi in balia delle onde del mare in tempesta per molti giorni, subì danni gravi alla stiva e imbarcò molta acqua. Fra le merci trasportate c’erano molti  ceci (i legumi erano un ottimo carburante per i vogatori), questi si ammollarono, qualche barile d’olio si ruppe e si formò così una purea. Dopo giorni e giorni in mare, le provviste scarseggiarono e i marinai si videro costretti a cibarsi dell’insolita pappetta poco attraente. Molti pisani la rifiutarono, salvo poi cedervi in seguito ai morsi della fame divenuti insopportabili.
Messa al sole ad asciugare, la poltiglia divenne una focaccetta croccante e risultò alla fine addirittura appetitosa. I Genovesi sfruttarono questa scoperta occasionale, ne perfezionarono la ricetta cuocendola in forno e battezzandola per scherno agli avversari “oro di Pisa”.
In conclusione, la torta di ceci quasi sicuramente è di brevetto genovese, dovuto indirettamente ai pisani, ma l’unica cosa certa è che a Livorno va l’indubbio  merito di averla messa nel panino e di aver creato l’irripetibile  5e5! Deh! E il "deh" detto da una lombarda vale il doppio perché fa ancora più ridere….

 
Questa è la ricetta della Torta di Ceci che faccio io secondo le istruzioni della cognata livornese:
 
150 g di farina di ceci
450 g di acqua
3-4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva + qb per ungere la teglia
Sale, Pepe nero al mulinello
 
Stemperare la farina con l’acqua, aggiungere 4-5 cucchiai d’olio e un pizzico di sale (deve risultare liquida). Coprire con un panno e lasciar riposare 3-4 h. Ungere con olio extravergine d’oliva una teglia di 30-32 cm di diametro possibilmente di rame stagnato, versare la pastella in uno strato molto sottile (max 5 mm), cuocere in forno preriscaldato a 200-250°C per ca 15 min e poi far gratinare la superficie sotto il grill per 8-10 min. Cospargere con una spolverata di pepe nero macinato al momento e farcire un francesino al naturale o una focaccina leggermente tostata.

 

8 commenti:

  1. L'ho fatta una sola volta e mi è piaciuta moltissimo ma mai misarebbe venuto in mente di metterla in un panino...da provare!

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  2. La spuma bionda...o spiegagli a chi ti legge e non è toscano, cos'è la spuma!! :)
    altro che capitolo a parte.
    Il tuo racconto è meraviglioso e conoscendo l'amore che intercorre tra livornesi e pisani, mi piace ancora di più! Non conoscevo il 5e5 e non ho la teglia di rame stagnato, ma se l'avessi avuta, adesso sarei sicuramente a mescolare la farina di ceci, con l'acqua.
    Bravissima

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    1. Grazie cara, io la faccio in una teglia normalissima (infatti non l'ho fotografata per decenza :-)

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  3. Bellissimo ed esauriente il tuo post, cara Cri: ho imparato un sacco di cose!!!
    Il 5e5 mi ricorda il sicilianissimo pane e panelle, anche noi consumiamo queste frittelle di polentina di ceci come farcitura del panino, oltre che da sole. Mi sconquiffera in particolare la variante con le melanzane sotto pesto. E la spuma bionda... mai sentita. La devo provare!!! :-D
    Un abbraccio.

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    1. ottimo anche pane e panelle che ci si ustiona quando si addentano vero? ;-)

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  4. il 5&5 livornese è una delle cose che più adoro... Gagarin e Seghieri su tutti! Grande Cris :) :)

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  5. Sai che proprio oggi abbiamo provato la farinata per la prima volta in assoluto e l'abbiamo cotta nel forno a legna (dopo il pane carasau ;-) ) ma il risultato non credo sia dei migliori...Il pane carasau ok, ma sulla farinata totale ko! Riproveremo facendo tesoro dei tuoi consigli.
    P.s L'idea di provare la farinata mi è venuta grazie al calendario ;-)

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