Appetiti Estremi, di Stefania Pianigiani e Sabrina Somigli, Ara Edizioni
Il titolo è accattivante, evocativo, indovinatissimo. Come il buon giorno si vede dal mattino, come un buon pasto comincia con un aperitivo, o un amplesso è preceduto dai giusti preliminari, così il titolo di un libro è un apri pista fondamentale, è quello che ti invoglia a prenderlo in mano, che ti stimola a sfogliarlo, che ti convince a leggerlo.
E questo titolo mi ha attratto sin dalla prima volta che l'ho visto apparire sui social, senza sapere bene di cosa si trattasse ma lo intuivo. Conosco, anche se da poco tempo, le autrici, Sabrina e Stefania, due simpatiche amiche toscane, dotate di verve ed ironia, accomunate dalla stessa viscerale passione per l'enogastronomia, che hanno condiviso esperienze, situazioni ed amicizie con svariate storie ed aneddoti da raccontare, inerenti alla loro comune passione, che hanno fornito ottimo materiale da cui trarre un libro.
Sabrina Somigli, microbiologa, sommelier e cuoca presso il ristorante di famiglia Il Maccherone a Pontassieve; di poche parole ma di penna fine, esprime le sue passioni e racconta episodi di vita vissuta, soprattutto nel suo ristorante dove tutto fa Broadway, sulle pagine del suo blog Ecce Kitchen
Stefania Pianigiani, una giardiniera-sommelier prestata all'enogastronomia, come lei stessa si definisce; più esuberante ed estroversa dell'amica, è dotata di un sorriso contagioso. Promuove eventi e manifestazioni sul suo sito La Finestra di Stefania e scrive per Agrodolce
Sono entrambe due acciughine ed è quasi impossibile credere che siano dotate di Appetiti Estremi in fatto di cibo e vino. Ma i loro Appetiti Estremi si estendono all'intera sfera dei sensi e alla vita stessa.
Con un' ironia tutta toscana, che sfocia in un umorismo a tratti esilarante e con uno stile lieve, anche nei racconti più ridanciani, le autrici tratteggiano personaggi e situazioni tra l'aristocratico e il verace, quest'ultimo con un linguaggio consono, senza eccessi da stereotipi cabarettistici. Le scene e le azioni si dipanano fra meravigliosi paesaggi e ameni luoghi meno noti ma passano anche per vere icone medievali e rinascimentali della loro amata terra Toscana, in una continua celebrazione artistico-godereccia, gioiosa ed appassionata.
Il libro, che si è meritato la bella prefazione del critico e giornalista enogastronomico Aldo Fiordelli, è suddiviso in capitoli secondo i pasti della giornata e alla fine di ogni capitolo, non potevano mancare delle ricette di piatti che al meglio rappresentano gli Appetiti Estremi, inerenti ai temi toccati dai racconti contenuti in ogni capitolo con i contributi eccellenti di chef quali Marco Stabile e Paolo Gori nonché il maestro pizzaiolo Giovanni Santarpia.
Arricchiscono la pubblicazione, inoltre, i deliziosi disegni di Rakele Tondini.
Sicuramente c'è più gusto a leggere un libro di cui si conosce l'autore e, per me è stato ancora più divertente riconoscere alcuni personaggi descritti, seppur rivisti e truccati ma il cui riferimento è volutamente e spiritosamente chiaro come nello spassosissimo "Castello di Gargonza" o nell'altrettanto divertente "Ama".
"Montefollonico" è malizioso e scoppiettante; delizioso, al limite del romantico "Brolio"; curioso ed inaspettato "Il deserto di Accona".
Un libro che non tradisce le aspettative, letteralmente da gustare, centellinando ogni pagina, ogni riga, ogni parola, se si è raffinati gourmet o divorandolo in un sol boccone se si è dotati di Appetiti Estremi!
Stefania, Rakele e Sabrina ad una presentazione alla Stazione Leopolda dove hanno preparato la trippa all'arancia e zafferano, una ricetta contenuta nel libro di una versione raffinata di trippa, che ho avuto il piacere di assaggiare proprio a casa di Sabrina.
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